tribunale

Perseguita la ex, a processo per stalking

Finisce in tribunale l’incubo di una mamma di Trento minacciata e vessata: in 3 mesi quasi 800 messaggi intimidatori



TRENTO. In tre mesi 774 messaggi intimidatori, 103 chiamate, percosse, mail al datore di lavoro per screditarla tanto da farle perdere temporaneamente il posto. Un incubo, per una donna di Trento e per la sua figlioletta. Un incubo che finisce in tribunale: a processo per stalking un uomo accusato di atti persecutori, minacce e sostituzione di persona.

I fatti avvengono nel 2014. Da una relazione con quello che poi sarebbe diventato il suo persecutore, la donna ha avuto una bambina. I rapporti con l'allora compagno non nacquero sotto una buona stella. La relazione ebbe vita breve. Un anno dopo la nascita della figlia, nel 2006, la donna sporse querela nei confronti del suo ex compagno per reati di minacce e percosse talmente pesanti da farla finire in ospedale. Da quel momento l'uomo sparì dalla vita della signora e di sua figlia. Qualche anno dopo, la donna aprì un account su Facebook: il nickname era il suo, i contatti selezionati. Sui social, un giorno, la richiesta di amicizia da parte di un signore che si presentava con nome e cognome, di bell'aspetto.

Tra i due nacque una amicizia, non solo conversazioni molto personali, ma anche lo scambio di foto che ritraevano entrambi in momenti assolutamente privati. Contemporaneamente, anche il suo ex compagno tentava di contattarla, con la scusa di sapere come stesse la loro figlia. La donne però, provata dal passato, rifiutò ogni contatto. Solo grazie al caso venne poi a scoprire che il suo amico social era proprio l'ex compagno. Il tempo galantuomo fece riavvicinare i due, per amore della figlia.

Per un certo periodo le cose andarono bene. Ma quando la donna pretese rassicurazioni circa la stabilità richiesta ad un genitore nella relazione con un figlio, da quella affettiva a quella lavorativa, la signora non ottenne riposta. Decise, ancora una volta, di mettere la parola fine a quella frequentazione. Ed è allora che per lei, la figlia e la famiglia iniziò il lungo incubo. Centinaia i messaggi intimidatori rivolti sia a lei che alla figlia. Venivano inviati dal cellulare posseduto dall'uomo, da un altro numero da lui stesso usato, ma anche da cabine telefoniche. Decine e decine le telefonate, anche a casa della famiglia di lei. Un giorno l'uomo inviò delle mail al datore di lavoro della donna. C’era scritto che la donna beveva sul lavoro, elargiva prestazioni sessuali a diversi soggetti. La donna fu sospesa per giorni.

L'ex compagno creò pure un nuovo profilo della donna, sul quale pare abbia pubblicato riflessioni a sfondo sessuale. La donna incontrò un paio di volte l'ex, lui le mise le mani addosso fino a farla sanguinare. L'uomo l'avrebbe seguita in più di un'occasione. Più di una sensazione, secondo il drammatico racconto della signora che ha paura. Ha paura per sè e per la figlioletta.













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