Perseguitò la ex, condannato a 4 anni

L’imprenditore Gianenrico Sordo era accusato anche di tentato incendio, intralcio alla giustizia e danneggiamenti



TRENTO. Si è concluso con quattro condannati a più di 10 anni totali e a risarcimenti di oltre 200 mila euro complessivi il processo a Gianenrico Sordo, l’imprenditore della Valsugana accusato di stalking e di una serie di altri reati ai danni della ex fidanzata e della famiglia di lei, vicenda che aveva visto coinvolti in seguito alcuni conoscenti dell’uomo.

Il giudice Borrelli ha inflitto a Sordo 4 anni (in continuazione con i fatti giudicati nella sentenza precedente del tribunale di Borgo) e il divieto di soggiorno per 18 mesi nei comuni della circoscrizione giudiziaria di Borgo; ad Andrea Cimadon 2 anni e 4 mesi; a Michele Manca 2 anni e 1 mese; a Enrico Cimadon 1 anno e 9 mesi.

Sordo dovrà risarcire anche 130 mila euro: nel dettaglio, 105 mila euro a Unipol Spa, 20 mila euro a favore di una prima parte civile, 5 mila (in solido con Andrea Cimadon) di una seconda; altri 5 mila di una terza (sempre con Andrea Cimadon); 60 mila di una quarta (che riceverà anche 8 mila da Manca e 2 mila da Enrico Cimadon). Senza contare le spese legali, che ammontano a circa 22 mila euro, distribuite fra i quattro condannati.

Gianenrico Sordo, 45 anni, di Ospedaletto, doveva rispondere di tentato incendio, atti persecutori in concorso, calunnia, intralcio alla giustizia in concorso e di una serie di danneggiamenti. Secondo l’accusa, rappresentata dalla pm Colpani, tra il 27 agosto e il 10 settembre 2009, Sordo avrebbe inviato alla ragazza 33 messaggi con insulti e minacce di questo genere: «Ricorda questo giorno. E' stata dura, ma è finita, ora accetto la vostra sfida. Accetto la guerra. State alla larga». Poi l'uomo avrebbe iniziato a pedinare la sua ex fidanzata. Il 5 settembre 2009 avrebbe danneggiato l'auto in uso alla ragazza e al fratello mentre questi erano all'interno del Bistrot di Pergine. Poi, nel marzo 2010, avrebbe, in concorso con altre persone fatto telefonate di minacce (anche di morte) alla ragazza, al fratello e ad altri membri della sua famiglia. Il tempo non lo calmava, tanto che l'anno dopo, il 18 marzo 2011, avrebbe cercato di dar fuoco in concorso con ignoti alla casa di montagna della famiglia della ragazza. Il pronto intervento dei vigili del fuoco aveva evitato che l'incendio divorasse la casa.

L'episodio avvenne il giorno prima del matrimonio del fratello della sua ex e qualche giorno prima dell'udienza in tribunale del processo per molestie. Avrebbe anche cercato di far ricadere la colpa su un'altra persona e, in seguito, cercato di spingere un uomo a presentare una falsa denuncia contro la sua ex.

Andrea Cimadon, 45 anni di Roncegno, era accusato di intralcio alla giustizia (subornazione di testimone) e concorso in danneggiamento; Michele Manca, 52 anni di Borgo, di falsa testimonianza e favoreggiamento, Enrico Cimadon, 41 anni di Borgo, di favoreggiamento.

Assolti perché il fatto non costituisce reato Paolo Dandrea, 48 anni di Borgo, e Paolo Casagrande, 60 anni di Borgo, accusati entrambi di favoreggiamento.

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