Pensioni non indicizzate: taglio di 280 euro

Ecco la perdita media in Trentino se il governo varerà la riforma



TRENTO. L'eventuale decisione del Governo Monti di non agganciare le pensioni al costo della vita potrebbe comportare per ciascun pensionato un taglio medio annuo dell'assegno di 280 euro. E per quanto riguarda il Trentino-Alto Adige, la perdita media si collocherebbe proprio all'altezza di quella cifra: 280 euro. Dunque esattamente al livello della media nazionale. Lo sostiene il segretario della Cgia di Mestre, Giuseppe Bortolussi, sulla scorta di una rilevazione dell'associazione artigiana che ha quantificato gli effetti di una delle misure che potrebbe essere presa dal governo nei prossimi giorni, ovvero la mancata rivalutazione delle pensioni.

Una decisione che, come noto, ha già sollevato aspre polemiche soprattutto da parte dei sindacati, in fibrillazione anche a proposito dell'ipotesi di innalzamento della quota di 40 anni di contributi per la pensione di anzianità. La simulazione, tengono a precisare dalla Cgia, è stata realizzata ipotizzando che la mancata indicizzazione delle pensioni al costo della vita venga estesa a tutti gli assegni erogati dagli istituti previdenziali. Pertanto, gli oltre 16 milioni di pensionati italiani presenti nel Paese (precisamente 16.281.927) subiranno, sempre che la mancata indicizzazione interessi tutti, un taglio complessivo pari a 4,5 miliardi di euro l'anno (importo al netto degli effetti fiscali).

Secondo la rilevazione, a livello regionale i più colpiti sarebbero i laziali, che subirebbero una perdita annua pari a 311 euro. Di seguito i liguri, con una diminuzione media annua di 305 euro ed i valdostani che, assieme ai pensionati del Friuli Venezia Giulia, si troverebbero con un assegno annuo più leggero per un importo pari a 298 euro. Nella nostra regione i pensionati sono 267.388: il taglio totale in caso di mancata indicizzazione ammonterebbe a 75 milioni di euro, per una perdita di 280 euro annui per ogni singolo pensionato. «È chiaro - sottolinea Bortolussi - che la situazione dei nostri conti pubblici è molto delicata ed è necessario intervenire in tempi rapidissimi. Tuttavia, credo sia utile che il governo - aggiunge il segretario della Cgia di Mestre - prima dell'approvazione di questi provvedimenti sulle pensioni, incontri le parti sociali ed avvii al più presto un dialogo con tutti. Altrimenti corriamo il pericolo che si accenda uno scontro sociale che pregiudicherà la tenuta di questo esecutivo e, più in generale, la stabilità politica del Paese».













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