Palazzo Alberti, torna il Settecento / FOTO

Via alla mostra nell'ex residenza nobiliare di corso Bettini a Rovereto



ROVERETO. Palazzo Alberti Poja torna restaurato nel suo settecentesco splendore, con le sue raffinate decorazioni murali e soprattutto una mostra, "Riapre il '700 a Rovereto", che verrà inaugurata oggi e promette di segnare una nuova tappa nella vita del palazzo nobiliare. Tra le circa 120 opere in esposizione, alcune appartengono alla Galleria roveretana d'Arte, fondata nel 1940 per iniziativa di Fortunato Depero e di Carlo Fait.

Il Mart è coinvolto a pieno titolo nell'operazione e il sindaco Andrea Miorandi si compiace della riapertura del "gioiello architettonico" decorato a fine del Settecento dai fratelli veronesi Francesco e Marco Marcola. Il luogo migliore per conservare e valorizzare l'arte del passato.

I due piani ospitano una scelta di pezzi operata tra le diverse collezioni trentine, quella del Castello del Buonconsiglio e quella di Palazzo delle Albere (al momento chiuso per restauro), dell'Accademia degli Agiati, ma anche collezioni private. La mostra è incentrata sul periodo di maggior fortuna economica e culturale della città, il Settecento, e con l'apertura del palazzo restaurato, il Comune intende dare finalmente una sede alla Galleria roveretana d'Arte (che molti continuano a chiamare "Quadreria comunale"), "sfrattata" con il tempo da palazzo Annona, sua prima sede ufficiale: all'ingrandirsi della biblioteca, le prime opere della Galleria vennero rimosse e accatastate negli scantinati fino a quando non vennero affidate al Museo Civico, che le ha conservate fino ad oggi, occupandosi dei restauri.

«Non sono tutte opere di valore estremo - spiega l'assessore all'istruzione Giovanna Sirotti - ma comunque di grande interesse per la storia della città». Fondata nel 1940 e inaugurata due anni più tardi, un po' in sordina (eravamo in piena guerra), contava circa 120 opere. Oggi la collezione, arricchita nel corso degli anni da donazioni e acquisizioni, comprende circa 2500 pezzi, di cui alcuni sono visibili nella mostra.

Non è però rappresentato solo il Settecento degli artisti trentini, nell'esposizione che apre oggi si possono gustare diverse opere di Umberto Moggioli, uno dei maggiori artisti di fine Ottocento-inizio Novecento, al quale è dedicata un'intera sala al piano terra. Anche la ritrattistica ottocentesca è ben rappresentata, così come i trentini Eugenio Prati e Bartolomeo Bezzi, maturati a Venezia come pittori di genere, mentre una sala è dedicata ai dipinti di soggetto religioso tra Settecento e Ottocento. Nel complesso, l'abiente della residenza nobiliare pare la collocazione giusta per entrare in un rapporto dialogico con le collezioni artistiche del passato, un rapporto che valorizza sia l'edificio disegnato dal 1778 dall'architetto Ambrogio Rosmini - e ancora sconosciuto alla maggior parte dei roveretani - sia le opere stesse. La mostra rimarrà aperta fino al 17 giugno 2012.













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