Palafitte patrimonio dell'umanità

Cerimonia ufficiale per il riconoscimento dei siti preistorici di Fiavé e Ledro


Graziano Riccadonna


FIAVE'. «Che il riconoscimento Unesco faccia maturare nella nostra gente la fierezza, ma insieme il volontà di meritarlo». Con queste parole Alessandro Fedrigotti, giovane assessore alla Cultura di Ledro ha concluso gli interventi alla cerimonia di riconoscimento Unesco delle Palafitte.

Una giornata "piena" per le Palafitte trentine, quella di ieri, occupata dal riconoscimento Unesco conferito alle due stazioni palafitticole di Ledro e di Fiavé. Per l'occasione ha fatto gli onori di casa Nicoletta Aloisi, sindaco di Fiavé e meritatamente applaudita come una delle artefici dell'interesse sulle palafitte, accanto a precedenti amministrazioni e all'ex sindaco Geremia Zanini. «Un ricordo particolare va a Renato Perini, il "padre" delle palafitte di Fiavé», è stato detto.

Nella capiente sala del caseificio c'erano tutti i protagonisti di questa bella avventura. Testimonial d'eccezione a festeggiare l'avvenimento e parlare di coordinamento nella gestione l'assessore provinciale alla cultura, Franco Panizza, ma è toccato ai due sindaci di Fiavé, Nicoletta Aloisi, e Ledro, Achille Brigà, "tagliare" simbolicamente il nastro dell'ammissione nel prestigioso numero di siti mondiali della cultura.

Gli aspetti scientifici sono stati oggetto dell'intervento di Livio Cristofolini, soprintendente per i Beni librari archivistici e archeologici, che ha magistralmente coordinato gli interventi evidenziando il "salto" di qualità di tale riconoscimento. A sua volta Raffaella Poggiani Keller, direttore della Soprintendenza per i beni archeologici della Lombardia, ha ripercorso le tappe del riconoscimento. Sui 111 siti palafitticoli, l'Italia è al secondo posto con 19, dopo la Svizzera (56) e prima di Germania (18) e Francia (6). Naturalmente, il riconoscimento comporta conoscenza, conservazione e valorizzazione. Franco Marzatico, direttore degli scavi dopo Perini, ha portato l'esperienza affascinante degli scavi archeologici degli anni Settanta.

Per i due enti coinvolti nelle palafitte, hanno parlato prima Michele Lanzinger, direttore del Museo di Scienze, cui fa capo la sede di Molina di Ledro, che ha per responsabile Romana Scandolari e per coordinatore Donato Riccadonna, per rilevare la necessità della collaborazione. Poi Paolo Bellintani, archeologo della Soprintendenza, per illustrare i valori in gioco a partire dalla possibilità di conservare le strutture lignee. A latere sono stati presentati i progetti di valorizzazione dei due siti, il Museo delle palafitte di Fiavé in fase di allestimento (architetto Franco Didonè) con il biotopo (Innocenzo Coppola, Conservazione della natura) e il sito di Ledro (assessore alla cultura di Ledro, Alessandro Fedrigotti). Bella la conclusione del Cori Cima Tosa di Fiavè-Stenico e Cima d'Oro di Ledro diretti ambedue dal maestro Piergiorgio Bartoli. Un segno della vocazione delle due località, due parallele destinate a incontrarsi.













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