Osservatorio Balcani, sale il pressing

Superate le 3600 firme di sostegno. Rossi e Ferrari cercano la collaborazione di ministero degli esteri e Regione Friuli


di Michele Stinghen


TRENTO. Hanno superato quota 3600 le adesioni a sostegno dell'Osservatorio sui Balcani e Caucaso. 3600 persone (ma grazie al tam tam dei social network nuove adesioni continuano ad arrivare) hanno firmato l'appello per salvare la testata giornalistica e istituto di ricerca, con sede a Rovereto, sostenuta fin dalla sua nascita dalla Provincia tramite la Fondazione Opera Campana dei Caduti. I tagli decisi dalla giunta provinciale nei mesi scorsi comporterebbero almeno quattro licenziamenti, che partirebbero, ironia della sorte, dal 1 maggio, festa dei lavoratori. Dimezzato nel personale, la sorte dell'Osservatorio sarebbe segnata. La giunta ha motivato la riduzione dei finanziamenti all’interno della spending review che ha riguardato tutti i comparti. Anche se si tratta di realtà di eccellenza, come l’Osservatorio, si tagliano i finanziamenti se non produce risultati tangibili sul territorio locale e con ricadute dirette. Un ente che fa ricerca su uno dei luoghi più caldi d'Europa e del mondo (anche se non più come 15 anni fa), che vince bandi europei e sforna servizi giornalistici ripresi da giornali di tutto il mondo, non rientra evidentemente tra questi. O almeno non ha abbastanza sponsor politici locali.Lo scorso autunno sembrava in procinto di chiudere l'ufficio Ocse di Trento, voluto a suo tempo dall’allora presidente Dellai; ma, complici diversi appelli provenienti anche da parlamentari europei, si è poi arrivati al rinnovo della convenzione. Tanto che in dicembre la giunta accordò un finanziamento di 465 mila euro per il centro. Dopo l'appello dei sindacati, ad un incontro di mercoledì scorso il presidente Ugo Rossi e l'assessora alla ricerca Sara Ferrari hanno annunciato ai sindacati di voler cercare la collaborazione di altri enti (ministero degli esteri, Regione Trentino Alto adige e Friuli Venezia Giulia) per riuscire a salvare l’Osservatorio. Rossi avrebbe già preso contatti con la governatrice del Friuli, Debora Serracchiani, mentre Ferrari ha ipotizzato la collocazione dell’Osservatorio nella futura Agenzia per la cooperazione internazionale. Il tesoriere della Fondazione Opera Campana ha però confermato i licenziamenti, e viene attaccato dai sindacati. «Nonostante le rassicurazioni, l'intransigente rifiuto di Michelini alle nostre richieste - scrivono - rimane incomprensibile». Tutto tace invece a Rovereto dove l’Osservatorio ha sede. «Stupisce - dicono i sindacalisti - come in piena campagna elettorale ancora nessun candidato sindaco a Rovereto si sia speso per difendere questo patrimonio culturale lagarino, impegnandosi nel sostenerlo anche economicamente così come avvenuto fino all’anno scorso. Rovereto, che finanzia la “Strongmanrun”, non sembra voler dare il giusto peso alla cultura e alla cooperazione internazionale. Lungi dall’essere l’Atene del Trentino, si sta avvicinando a diventare la sua Disneyland».

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