Ospedale, i tagli spaccano l’alleanza in Comunità

Valsugana, i coordinatori Castelpietra (Upt) e Sandri (Patt) sono per la linea dura Pasquazzo (Pd): «Il piano sanitario va concertato, ma per chirurgia è tardi»


di Marika Caumo


VALSUGANA. Ospedale, Upt con Dandrea, il Pd prende le distanze. Giovedì sera i sindaci hanno chiesto alla politica locale di andare avanti unita sul tema del San Lorenzo: il timore è che la riorganizzazione prevista dal piano provinciale venga attuata solo a Borgo, ed hanno chiesto un forte sostegno ai partiti di maggioranza.

Venerdì la risposta negativa dell'assessore Borgonovo Re alla loro richiesta di tornare indietro a chirurgia h24, ha fatto arrabbiare il presidente della Comunità Sandro Dandrea che ha ribadito la richiesta dei sindaci alla coalizione di maggioranza (Pd, Patt, Upt), ipotizzando decisioni drastiche nel caso non tutti fossero sulla stessa linea. «Stiamo con Dandrea e con i sindaci - spiega Cesare Castelpietra, coordinatore Upt- Alla base di tutto sta il fatto che la Provincia non si sta comportando in modo corretto: i tagli li fanno subito, mentre i potenziamenti annunciati no. È dal 2006 che attendiamo quello di ginecologia, che invece è stata depotenziata. È vero, siamo in maggioranza, ma starci non significa subire le decisioni e dire sempre di si. Se c'era un accordo non si capisce perché a Trento non lo rispettino. Ci dicono che i soldi per la ristrutturazione ci sono ma il progetto è fermo: è un modo di andare avanti che non va». E conclude: «Non si può pensare di portare tutto a Trento, non è questa l'efficienza, non è questo il sistema trentino». Appoggio anche del Patt, con Renzo Sandri che spiega: «Il Patt è d'accordo con sindaci e Comunità di valle sulla difesa dell'ospedale. Ora maternità è andata e chirurgia notturna anche, non possiamo più tornare indietro, ma prima di tirare via altro vogliamo vedere il Piano di riorganizzazione della rete ospedaliera provinciale che sarà presentato in giunta a fine mese. Vogliamo vedere cosa si fa e quando: se c'è da risparmiare prima si inizia dagli altri territori, non sempre da noi». Quattro i punti cardine per Borgo, che per Sandri devono essere contenuti nel Piano: «Una chirurgia diurna 7 giorni su 7, un pronto soccorso efficientissimo, un pre e post parto adeguato ed un ospedale moderno. Su quest'ultimo punto è ora che i soldi arrivino, sono anni che aspettiamo, non è più possibile avere le stanze di degenza a sei letti e senza bagno».

Si smarca invece il Pd che tramite Giacomo Pasquazzo, ritorna sull'incontro con i sindaci di giovedì sera. «Bene analizzare la programmazione della rete ospedaliera trentina, che sarà presentata dall'assessore Borgonovo Re a fine mese e che servirà per capire il futuro dei vari ospedali, e bene dialogare con i territori degli altri ospedali periferici per un coordinamento provinciale, su questo ci siamo, - spiega - non rispondiamo invece dalla chiamata alle armi locale. Su chirurgia non si torna indietro, è una decisione presa due anni fa e noi siamo sempre dell'opinione che la qualità del servizio non è garantita con numeri bassi, a Borgo è giusto fare i piccoli interventi programmati nei cinque giorni la settimana». E sulla posizione di Dandrea, risponde: «Non si capisce cosa sia cambiato rispetto a due anni fa, se il presidente intende avviare una linea di protesta noi non ci siamo e se questo lo porterà a decisioni drastiche, come ha detto, se intende staccare la spina e mettere fine alla coalizione, libero di farlo. Viceversa la coalizione può fare altrettanto».

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