il caso

«Orso, il rischio per il turismo c’è»

Libardi dell’Associazione albergatori: «La sensazione è che la questione possa sfuggire di mano. Sbagliato attendere»


di Luca Marognoli


TRENTO. L’orso può fare male anche al turismo. Luca Libardi, presidente dell’Associazione albergatori non lancia allarmi, ma chiede che la materia venga affrontata e che a prenderla in mano siano dei professionisti. L’errore più grande - afferma - sarebbe fingere che nulla sia accaduto.

Presidente Libardi, teme ricadute negative per il turismo?

Per intanto penso di no. Qualche preoccupazione per le zone più interessate dalla presenza dell’orso magari c'è. Ma non ho avuto segnalazioni da parte di associati né abbiamo affrontato la materia in questi giorni.

È possibile che decidiate di assumere qualche iniziativa, come categoria?

Delle iniziative sulla questione si era riproposta di metterle in campo la Provincia, quando si discuteva del caso Daniza. Noi avevamo dato la nostra disponibilità già l'anno scorso a fare la nostra parte. Questo è un problema complesso, dove il nostro ruolo è marginale. Certo è che se quanto accaduto a Cadine si dovesse ripresentare nel mezzo della stagione sarebbe un problema in più. La mia impressione è che la materia venga affrontata in una maniera da stadio: o uno è favorevole oppure no. Credo invece che l’approccio debba essere più scientifico.

Bisogna intervenire quindi?

Quello che possiamo chiedere è di gestire la questione con il massimo della professionalità. La sensazione è che la cosa possa scappare di mano.

A cosa si riferisce?

I maggiori esperti di orso, uno friulano e l’altro sloveno hanno detto: il consiglio che diamo è di risolvere il problema. Poi che vogliano mettere l’orso aggressore in un contesto protetto non so. Ma come ci sono soggetti particolarmente pericolosi tra gli uomini, ce ne possono essere anche tra gli orsi e qualche soluzione va trovata. Non sta a me dire come: non ho le competenze per farlo. Ma stare alla finestra serve a poco.

Negli ultimi anni l’orso è stato considerato anche un importante elemento di richiamo a fini turistici: questo non si può negare.

Il fatto che sul territorio vi sia l'orso sta a delineare una condizione felice dal punto di vista ambientale. Dubito che i turisti vengano per l'orso o non vengano per lo stesso motivo. Ma quando si racconta il territorio, poter dire che ci sono l'orso e l'aquila significa affermare anche che è pregiato.

Lei chiede che si agisca sul caso specifico quindi?

Dico che gli esperti ci sono: l'Ispra, la Forestale, il nucleo di pronto intervento di Life Ursus. Bisogna agire su questo esemplare e non solo: qualcuno dice che siano troppi... Comunque sia, non è facendo finta che il problema non vada affrontato che si risolve.













Scuola & Ricerca

In primo piano