Nuova naia, Provincia e alpini divisi 

Le penne nere accolgono con favore la proposta di Salvini. Ma per l’Ufficio del servizio civile provinciale sarebbe poco utile


di Pietro Gottardi


TRENTO. “Stiamo valutando la reintroduzione del servizio di leva, civile o militare”. Hanno fatto scalpore le dichiarazioni di Matteo Salvini, che durante un comizio in Puglia è tornato su un tema che aveva già sollevato numerose volte, ma mai in qualità di numero uno del Viminale. “Faremmo bene a studiare costi, modi e tempi per capire se fosse possibile reintrodurlo per alcuni mesi”, ha poi aggiunto. Molto più freddo il Ministro della Difesa Elisabetta Trenta, che bolla l’idea del segretario della Lega come “romantica” e precisa: “I nostri militari sono professionisti e tali devono rimanere”. Al dibattito si uniscono anche le forze di opposizione: il Pd si dice contrario, anche se nel programma del partito c’è un punto che vaglia l’ipotesi di una leva civile obbligatoria. Le altre forze di centrodestra ricordano come ci sia per i giovani l’opportunità di vivere su base volontaria una “mini-naia” di tre settimane, mentre il Movimento Cinque Stelle si schiera compatto con il suo ministro.

Lasciando però da parte la politica nazionale, due realtà che in Trentino potrebbero essere coinvolte dalla reintroduzione del servizio di leva sono gli Alpini e l’Ufficio servizio civile della Provincia autonoma di Trento. L’Associazione Nazionale Alpini è infatti tra i più ferventi sostenitori della reintroduzione, seppur con modalità del tutto differenti a quelle della naia storica: competenze di protezione civile, attenzione alla logistica e concezione che a fianco dei diritti sia importante riproporre i doveri del cittadino sono alla base del pensiero delle “penne nere”. Al contrario, l’Ufficio servizio civile della Provincia mira a sottolineare come un’esperienza di questo tipo debba fondarsi esclusivamente sulla voglia e la motivazione di chi sceglie di intraprenderla e di conseguenza la costrizione non abbia nessun senso. In più, volendo reintrodurre il servizio di leva obbligatorio si andrebbe incontro a costi molto elevati, che non permetterebbero un’adeguata retribuzione dei giovani che è invece prevista dalle attuali norme. Per l’Ana si è espresso Paolo Frizzi, avvocato e vicepresidente della sezione di Trento. Dalla Provincia giunge invece la voce di Giampiero Girardi, direttore dell’Ufficio che disciplina il Servizio Civile in Trentino.













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