Notte dei ricercatori, assalto alle Albere

L’entusiasmo di studenti, famiglie, bambini e anziani. Il comico Bertolino: il Trentino modello per l’Expo 2015 a Milano


di Camilla Giovannini


TRENTO. Era una folla eterogenea quella che, a partire dal pomeriggio di ieri e fino a notte fonda, si è riversata nella zona del nuovo quartiere Albere per partecipare alla “Notte dei ricercatori”. Appuntamento europeo che a Trento è giunto quest’anno alla quinta edizione. Studenti, famiglie, bambini piccoli e persone anziane che, evidentemente, non ancora hanno perso l’entusiasmo e la curiosità si sono divisi tra la fila per visitare il Muse, che offriva numerose iniziative, e gli appuntamenti, tanto vari quanto interessanti, organizzati dai dipartimenti dell’Università di Trento, dalle Fondazioni Bruno Kessler ed Edmund Mach e dal Museo di scienze naturali. Nel corso della serata è stato inaugurato il “Chilometro della ricerca”, il viale che congiunge via Olivetti con il Muse. L’evento è stato animato da dimostrazioni, giochi, installazioni ed esperimenti attraverso i quali i visitatori hanno potuto apprezzare i risvolti pratici che la ricerca riverbera nei diversi ambiti della vita quotidiana e del lavoro.

Una ricerca a “chilometri 0”, quella trentina, la cui importanza, in relazione al nostro territorio, è stata al centro degli interventi del talk inaugurale moderato da Alberto Faustini, direttore del Trentino. La kermesse ha visto il comico Enrico Bertolino alternarsi al presidente della Provincia Alberto Pacher, al sindaco di Trento Alessandro Andreatta, a Massimo Egidi e Francesco Salamini, rispettivamente presidenti di Fbk e Fondazione Edmund Mach, al prorettore Alessandro Quattrone e al presidente del Muse Marco Andreatta. A colpire Enrico Bertolino il contrasto tra la realtà trentina ed il resto del Paese, in particolare Milano, città in cui vive, dove, a suo dire, sarà difficile che l’Expo 2015 possa diventare un’occasione per la città: «Sarebbe bello esportare il modello trentino: di poche parole ma di molti fatti concreti». Per Alberto Pacher la ricerca, ormai, è diventata un elemento costitutivo del territorio, grazie soprattutto al capitale umano fatto di studiosi che permettono, con la loro attività, al Trentino di continuare a crescere e svilupparsi. Nell’intenzione del presidente la “Notte dei ricercatori” dovrebbe essere anche un’opportunità per la cittadinanza di dimostrare la propria gratitudine e la propria vicinanza ai ricercatori. Entusiasmo e riscontri, da parte della comunità, che non stanno tardando ad arrivare. Marco Andreatta, infatti, ha colto l’occasione per sottolineare che, escludendo le 30 mila presenze della giornata dell’inaugurazione, il Muse ha registrato l’afflusso di 100 mila visitatori in due mesi.

Non solo ricerca applicata alle scienze esatte, però. «Ricerca è anche quella nel campo dell’etica e della filosofia: che costituisce la grammatica per capire la società moderna e supporta le scienze naturali», ha spiegato Massimo Egidi, il quale ha auspicato che Roma possa prendere a modello Trento, felice eccezione anche dal punto di vista della promozione della ricerca. Francesco Salamini, dal canto suo, ha voluto attribuirle un ruolo prezioso, quello di carburante per garantirci un viaggio nel futuro: «La classe dei ricercatori può portare un messaggio di speranza. La crisi è solo una contingenza, ci sarà un futuro migliore per noi e per i nostri nipoti». Tanto ottimismo, quindi, ha accompagnato questa “Notte dei ricercatori”, un faro puntato su una realtà imprescindibile per il nostro domani, perché su di essa, e quindi su di noi, non si faccia davvero notte.













Scuola & Ricerca

In primo piano