«Non spostate i floricoltori dalle campagne del Bruttagosto»
Gli assessori Veronesi e Michelotti scendono i campo a difesa dei corsi gestiti dall’Enaip di Arco Il trasferimento al centro professionale di Mogno a loro avviso ne mette a rischio la sopravvivenza
ARCO. Per vederli all'opera basta buttare l'occhio al di là del guardrail quando si percorre la circonvallazione di Arco. Le serre, gli orti e il casolare in cui lavorano e studiano sono ubicati in mezzo alle campagne che costeggiano la strada provinciale. L'azienda agricola del Bruttagosto, da 30 anni a questa parte, ospita un corso per ortofloricoltori e giardinieri che rappresenta un'esperienza unica in Trentino, in quanto offre un'opportunità di crescita ed apprendimento a sedici ragazzi (ma altri quattro hanno presentato domanda di iscrizione per il prossimo anno) provenienti da tutta la provincia. Si tratta di giovani altrimenti in difficoltà a trovare uno sbocco scolastico per tutta una serie di motivi. Una lodevole iniziativa principalmente di stampo sociale ed educativo, prima ancora che formativo o produttivo.
L'Enaip, che da sempre gestisce questa struttura sita sui fondi di proprietà della casa di riposo arcense, ha deciso, qualche settimana fa, di chiudere l'esperienza. O meglio, di trasferirla altrove col beneplacito dei padroni di casa. Non è un mistero, infatti, che la stessa Fondazione Comunità di Arco nutra da tempo propositi di riqualificazione del proprio compendio agricolo, con finalità turistiche legate al comparto sanitario. Il timore è che questo spostamento vada a depotenziare, se non addirittura ad affossare, un'esperienza ormai storicamente radicata sul territorio (nata come scuola professionale vera e propria, ha chiuso i battenti a metà degli anni Novanta, quando la Provincia ha deciso di accentrare il tutto a S.Michele all'Adige; da allora sono stati attivati i percorsi che mirano alla professionalizzazione e al sostegno di ragazzi con varie difficoltà). A dirsi fortemente preoccupati per la decisione assunta dall'Enaip sono Tarcisio Michelotti e Renato Veronesi, assessori rispettivamente della Comunità di valle e del Comune di Arco.
«La dismissione di quell'area agricola – si legge nella missiva che è stata inviata all'assessore provinciale all'istruzione Marta Dalmaso, alla quale si chiede un incontro urgente per fare il punto della situazione - potrebbe mettere fine ad una esperienza educativa e formativa pluridecennale che trova qui il suo spazio ideale. L'azienda del Bruttagosto, con le sue strutture, rappresenta un ambito perfetto per attivare i percorsi formativi di ragazzi con bisogni educativi speciali». Il timore è che trasferire il corso all'interno del centro professionale di Mogno (come prospettato dalla stessa Dalmaso e dall'Enaip), quindi in condizioni sostanzialmente diverse, equivalga alla morte di questa pregevole esperienza.
Veronesi e Michelotti puntano ad ottenere una sorta di "proroga" così da poter studiare al meglio una soluzione alternativa. (gl.m.)