SANITA'

Niente effetto pillola in Trentino: gli aborti sono in calo

L'uso della contestata Ru486 non ha fatto aumentare le interruzioni di gravidanza. L'assessore Rossi: "La procedura va avanti"


Andrea Selva


TRENTO. Se qualcuno pensava che la pillola Ru486 avrebbe portato ad affrontare l’aborto con più leggerezza, grazie alla tecnica meno invasiva (niente intervento chirurgico), ebbene si sbagliava di grosso: aborti in calo negli ultimi quattro anni al S.Chiara, soprattutto quelli con la pillola. Il dato è stato fornito dall’assessore Ugo Rossi in risposta a un’interrogazione del Pdl.
 I dubbi dell’opposizione - in testa il consigliere Pino Morandini, avversario storico di ogni pratica abortiva - si concentravano soprattutto sulle garanzie che questa tecnica sperimentata al Santa Chiara e in pochi altri ospedali italiani dava alle donne: «Fino a dieci volte più rischiosa rispetto all’intervento chirurgico» si legge nell’interrogazione con cui Morandini chiedeva di sospendere l’uso della pillola.
 La risposta - depositata nei giorni scorsi - contiene dati sorprendenti, come il calo degli aborti che riguarda soprattutto quelli eseguiti con tecnica medica. Il primario del reparto di ostetricia e ginecologia Emilio Arisi conferma (vedi l’intervista a fondo pagina) e spiega: «Nessun problema interno all’ospedale, si tratta semplicemente di una minore domanda delle donne che forse si rivolgono altrove. Ma il calo è indubitabile».
 Insomma l’effetto pillola non c’è stato. La “via facile” all’aborto (che infatti non esiste) non ha riservato nessuna sorpresa sul fenomeno, tranne appunto una diminuzione: qualche donna (il 7 per cento) è arrivata in Trentino da fuori provincia per interrompere la gravidanza con il metodo chirurgico ma questo è un fattore fisiologico, dovuto probabilmente più all’esigenza di riservatezza che non a una precisa scelta clinica. Lo stesso motivo per cui in Trentino, caso unico in Italia segnalato anche dal ministero della Salute, c’è una clinica privata, cioè Villa Bianca, che pratica più interruzioni di gravidanza rispetto alle strutture pubbliche.
 Non solo numeri. L’assessore Rossi - che pure ha ereditato la “patata bollente” dal suo predecessore - ha difeso la procedura utilizzata dall’azienda sanitaria, cioè l’importazione del farmaco dalla Francia su richiesta delle pazienti interessate: «Si tratta di un metodo considerato sicuro ed efficace in larga parte del mondo dove è stato utilizzato da decine di milioni di donne a partire dagli anni Ottanta». Rossi ha inoltre ribadito il rispetto della legge 194 sull’aborto, con l’organizzazione di colloqui in cui le donne vengono informate sulle possibili alternative e sui possibili effetti collaterali della pillola.
 E la sospensione dell’uso della pillola chiesta dal consigliere Pino Morandini? L’assessore Rossi risponde così: «Non è possibile una scelta autonoma del servizio sanitario provinciale, posto che le valutazioni nel merito - mediche, cliniche e farmacologiche - sono di competenza degli organismi nazionali».













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