Museo civico con il codice a barre

On line le visite personalizzate. Nuova sezione tra minerali e preistoria



ROVERETO. Al museo Civico di palazzo Parolari arriva il codice a barre. Tanto per intenderci quello che, ad esempio, si trova sui prodotti del supermercato e viene "passato" alla cassa per stabilirne i prezzi. Ma, al museo, con ben altro scopo, ci mancherebbe. Da mercoledì - giorno dell'inagurazione della nuova sezione (il cui allestimento è costato 350 mila euro) dedicata a pietre, minerali, animali preistorici, scavi ma anche una "vecchia" conchiglia australiana gigante - il codice a barre sarà presente alla base di ogni vetrina, esposizione, vetrinetta.

Il museo si aggiorna, tecnologicamente, con il servizio Myshow. Funzionerà così. Il visitatore (sono tra i 24 e i 28 mila all'anno di cui 18 mila studenti) quando entrerà al museo potrà acquistare o il semplice biglietto (5 euro) oppure un supporto, un lettore (7 euro) comprensivo di una tessera contenente un numero-password. Passando per le sale, in base ad interessi e curiosità, il visitatore potrà "puntare" il lettore sul codice a barre di ogni vetrinetta prescelta.

A questo punto, sul palmare scorrerà una serie di informazioni particolareggiate sull'oggetto, sulla proposta in mostra. Si tratti della riproduzione delle orme di dinosauro dei Lavini o delle 240 specie di minerali presenti, delle 195 pietre da taglio esposte o delle campagne di scavo sulle tracce di animali preistorici svolte dal museo in Patagonia.

Da ricordare che già durante il percorso sono presenti video e approfondimenti interattivi ai quali accedere. Ma non è finita. All'uscita, il percorso personalizzato del visitatore verrà scaricato da un addetto, "posizionato" sul sito internet www.my-show.it al quale si potrà accedere con la password contenuta nella tessera. Tessera che darà diritto anche ad un anno di "abbonamento" al museo con l'ingresso gratuito all'"area riservata" del sito del Civico (www.museocivico.rovereto.tn.it) ricca di contenuti e proposte.

«Dal dato al pensato», slogan del Civico, trova così, secondo quanto riferisce il direttore Finotti, «una sua pratica attuazione». Dal reale al virtuale, si può ben dire, in cui anche gli animali imbalsamati del secondo piano, dall'aquila al lupo, dall'orso al cinghiale, riprenderanno nuova vita e forma sul web. Per non parlare delle sezioni archeologiche dove gli oggetti dell'Eneolitico, del Neolitico, dell'età del ferro e del bronzo, tanto per fare qualche esempio, potranno esser visti e conosciuti sotto una nuova luce.

Compreso quell'incredibile scheletro d'orso che fa bella mostra di sé al pianterreno e che viveva tanti e tanti anni fa nelle caverne venete. E pure la zanzara tigre, sempre più diffusa e molesta in Vallagarina. «Un museo infinito», diffuso, sull'onda del web, come recita la promozione di Myshow, moltiplicatore virtuale di aficionados. Ma con radici ben piantate per terra. Almeno ci si augura.

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