Multano un’ambulanza, agenti accusati di abuso

Per i poliziotti del servizio piste del Col Rodella il mezzo stava procedendo a tutta velocità e con il lampeggiante anche se non c’era alcuna emergenza



TRENTO. Quando hanno visto quell’ambulanza sfrecciare a tutta velocità sulla strada di passo Sella si sono subito allarmati. Due agenti di polizia, in servizio piste sul Col Rodella il 9 febraio scorso hanno visto un’ambulanza appartenente a un ambulatorio privato di Moena correre sulla strada innevata. Si sono subito preoccupati e si sono informati di quale fosse l’emergenza telefonando all’ambulatorio. Gli è stato risposto che si trattava di un normale trasferimento di un paziente. L’ambulanza, però, stava procedendo ad elevata velocità e con il lampeggiante acceso. Così i due agenti sono andati nella sede dell’ambulatorio privato e si sono informati su chi fosse alla guida dell’ambulanza. Poi, tre giorni dopo, hanno convocato l’autista, un uomo di Moena, nell’ufficio della polizia alla stazione a monte della funivia del Col Rodella.

Una volta salito, l’autista dell’ambulanza si è trovato di fronte quattro agenti di polizia che gli hanno notificato due diverse contravvenzioni e gli hanno anticipato l’invio per posta di un terzo verbale.

Gli agenti hanno spiegato all’autista di averlo visto transitare ad alta velocità sulla strada di passo Sella, in comune di Selva val Gardena. L’autista ha firmato la consegna dei due verbali. Gli veniva contestata la violazione dell’articolo 177 del codice della strada perché il conducente, pur non svolgendo un servizio di emergenza, aveva fatto uso del lampeggiante. Inoltre c’erano dei problemi con la targa anteriore. Non solo, gli agenti hanno intimato all’autista di rimuovere i dispositivi di segnalazione dall’ambulanza. Con il secondo verbale, poi, veniva contestata all’autista l’elevata velocità. L’autista, però, si è rivolto a un avvocato e ha denunciato i due agenti di polizia che gli hanno notificato i verbali. L’accusa era di abuso d’ufficio e di falso. Infatti, i verbali, quando non possono essere notificati direttamente, devono essere spediti dal comando. Invece, gli agenti hanno agito come se si trattasse di una contravvenzione riscontrata immediatamente.

Il legale dell’autista, sostiene che i due agenti hanno agito come se le contravvenzioni fossero state notificate nell’immediatezza dei fatti. In questo modo avrebbe commesso un abuso. Tanto più che avrebbero convocato per telefono in ufficio l’autista minacciandolo di procedere legalmente se non si fosse presentato. Gli agenti si sono rivolti all’avvocato Claudio Tasin che ha subito presentato una memoria al pm Alessia Silvi che segue il caso per sostenere che i suoi assistiti si sono mossi nel rispetto della legge. La Procura ha accolto questa tesi e ha chiesto l’archiviazione dell’inchiesta. L’11 ottobre ci sarà l’udienza.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano

Il caso

Chico Forti lascia il carcere a Miami, rientro in Italia più vicino: "Per me comincia la rinascita"

Da ieri il 65enne trentino, condannato all’ergastolo per omicidio, è trattenuto dall'Immigrazione Usa: nelle scorse ore firmato l’accordo per scontare la pena in Italia. Lo zio Gianni: "Speriamo in tempi brevi"

LA PROCEDURA. La sentenza Usa sarà trasmessa alla Corte d'Appello di Trento
IL RIMPATRIO. Il ministro Nordio: «Chico Forti, lavoriamo per il suo ritorno in Italia il prima possibile»
IL PRECEDENTE Nordio: "Gli Usa non dimenticano il caso Baraldini"
COMPLEANNO Chico Forti, 64 anni festeggiati in carcere: "Grazie a chi mi è vicino" 
IL FRATELLO DELLA VITTIMA Bradley Pike: "E' innocente"

CASO IN TV La storia di Chico in onda negli Usa sulla Cbs