MOBILITA'

Metrò cittadino: è pronto il progetto per Trento

Provincia e Comune ci riprovano, 7 anni dopo la «Val»: 140 milioni per finanziare il tratto dalla stazione al Not


di Chiara Bert e Luca Marognoli


TRENTO. La metropolitana di Trento (ri)prende forma, questa volta con il nome di «Nordus». Sette anni dopo il futuristico progetto della «Val», i veicoli senza conducente che Trento voleva copiare dalla Torino delle Olimpiadi invernali e che avrebbero attraversare la città da nord a sud in 10 minuti (costo ipotizzato un miliardo), Provincia e Comune ci riprovano. Questa volta con un progetto che sulla carta dovrebbe essere più abbordabile e prevede il prolungamento della Trento Malé fino al Not e poi a Mattarello, con il raddoppio dei binari e un nuovo polo di interscambio (treno-auto-corriere-biciclette-funivia) all’ex Sit.

Un progetto da realizzare per tappe, e destinato a rivoluzionare la mobilità del capoluogo. Per il tratto cittadino - dalla stazione al nuovo ospedale, passando sotto la stazione dei treni e con un grande polo di interscambio all’ex Sit - si stima un costo tra i 120 e i 140 milioni di euro. Il progetto sarà presentato oggi dall’assessore alle infrastrutture Mauro Gilmozzi e dai tecnici provinciali alla commissione urbanistica e mobilità del Comune. Lo studio di fattibilità è stato realizzato da Trentino Trasporti e Rfi (Rete ferroviaria italiana). La scelta finale per garantire un collegamento veloce nord-sud della città è caduta infatti sul prolungamento dei binari già esistenti della ferrovia Trento-Malé.

Il percorso. Il progetto prevede di raddoppiare i binari da Lavis a Trento, eliminando cinque passaggi a livello per garantire la frequenza dei passaggi dei treni ogni 7-8 minuti. Dalla stazione fino al Not (il nuovo ospedale in località al Desert, ndr) sarà realizzato un nuovo tratto a doppio binario in aderenza alla ferrovia del Brennero, ad est, fatta eccezione per un breve tratto prima del Muse dove resterà il binario unico. Il nodo più complesso da affrontare riguarda il passaggio sotto la stazione dei treni e la risalita verso sud. Infine dal Not verso sud, fino a Mattarello, ci sono spazi più aperti per costruire un altro binario. La nuova dorsale nord-sud servirà una serie di poli di attrazione nella parte centro-meridionale del capoluogo: dal polo degli uffici provinciali (all’attuale Trento Malé), la nuova stazione delle corriere (all’ex Sit), il polo universitario, il Muse e il nuovo ospedale. «Un modo per valorizzare l’asta dell’Adige e cambiare marcia alla mobilità», spiega l’assessore Gilmozzi.

Collegamento con l’Italcementi. Dall’ex Sit - dove il progetto prevede di concentrare il nodo di interscambio - sarà strategico anche creare un collegamento con una passerella verso la destra Adige e l’ex Italcementi, dove tra le previsioni urbanistiche ci sono un parcheggio, un polo commerciale e uno spazio espositivo per gli eventi in città.

I finanziamenti. Nessuno, visti i puntuali ricorsi in caso di grandi appalti, azzarda previsioni sui tempi, ma l’obiettivo dichiarato è quello di far procedere il «Nordus» in contemporanea con i lavori del Not, così da garantire il nuovo servizio di trasporto pubblico per quanto sarà terminato l’ospedale. Al capitolo finanziamenti - centrale vista la portata dell’intervento - Gilmozzi spiega che le fonti di saranno tre: contributi Ue a fondo perduto, mutui superagevolati del fondo Juncker da restituire con tassi molto bassi, risorse provinciali. In quali proporzioni ancora non si sa.

 













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