«Mercatini in crisi? No, vincono quelli tipici e specializzati» 

Verones (Apt Trento): «Un milione di presenze a novembre Non solo ponti e feste: turisti spalmati su tutto il periodo»


di Claudio Libera


TRENTO. Ultime ore – dopo ben 49 giorni di apertura e uno solo di “ritardo” causa spalatura neve – per i mercatini di Natale di Trento. Quelli delle 93 casette dislocate in piazza Cesare Battisti ed in piazza Fiera. Tutto è filato liscio sul piano della sicurezza, non tutto è filato liscio sul piano degli affari e della partecipazione. Così almeno è apparso sentendo alcuni degli espositori che, nelle loro casette, hanno proposto dalla fine di novembre, articoli tipici, prodotti dell’artigianato e bio, nonché, naturalmente la gastronomia tipica. Certamente in sofferenza è risultato il Mercatino della solidarietà nelle tre casette di via Garibaldi.

Ieri, dopo una lunghissima seduta di lavoro, in attesa della “presa in carico” di Trento Fiere e di tutte le manifestazioni sin qui programmate dalla realtà di via Bonporto 2, Elda Verones, la direttrice dell’Apt Trento Monte Bondone Valle dei Laghi si esprime su quanto riguarda il turismo in generale e naturalmente sui mercatini, uno dei punti di forza della proposta della città.

«La nostra analisi sui dati turistici di chi arriva in città – esordisce - propone una proiezione in crescita. I dati certificati del mese di novembre parlano di un +7% rispetto allo scorso anno mentre se si amplia l’analisi arrivando alla giornata di ieri, diciamo che la proiezione parla di un +10%».

Quindi i turisti non sono mancati in Trentino ma nemmeno in città?

Assolutamente no, anzi. Ma una considerazione va fatta per cercare di analizzare il movimento nella maniera giusta. Non si può fare un paragone con gli ultimi tre anni, considerando che quest’anno è nevicato già a novembre mentre lo scorso anno, il 24 febbraio abbiamo dovuto portare la neve per la SkiMaraton in Bondone!

Quindi la neve da una parte ha accontentato chi cercava lo sci, un po’ meno chi voleva fare lo shopping?

Non si può dire nemmeno questo: la città ha risposto bene all’assalto dei turisti, che hanno fatto registrare il tutto esaurito sin dal Ponte dell’Immacolata. L’8 dicembre in Trentino tutti gli impianti erano aperti e di conseguenza la città ne ha beneficiato. I turisti sono di due tipi: i visitatori della giornata e quelli che si fermano per la settimana bianca e scendono anche in città, a loro piacimento. Due modi diversi di vivere un’esperienza.

E agli espositori che denunciano un calo di presenze, cosa risponde?

Che non si possono fare paragoni con l’anno precedente. I dati in nostro possesso dicono che a novembre avevamo già superato un milione di presenze con un +11% di stranieri. Poi c’è da sottolineare un altro aspetto importante; al Ponte dell’Immacolata, c’è gente che è rimasta in coda 10 ore per tornare a casa, questo può aver scoraggiato molti e averli convinti a scegliere un altro fine settimana.

Non è che ora i mercatini siano troppi? Esiste una strategia per far sì che rimangano un aspetto invitante e attrattivo per i turisti?

Si, la specializzazione, la tipicità, la regionalità, l’offerta esclusiva in qualche modo. Non me la sentirei di dire che i mercatini sono troppi, ognuno può organizzare ciò che crede, sta a chi vi partecipa offrire il meglio e puntare sull’innovazione o la specificità.

La gente comunque dimostra di essere più oculata nelle scelte.

Tutti stanno più attenti al prezzo ma questo fa parte del gioco iniziato vari anni fa. Per parte nostra e di Trentino Marketing, le proposte puntano e punteranno sempre più in alto e la tanta gente accorsa anche in occasione dell’ultimo dell’anno dice che ci abbiamo visto giusto.

I mercatini di Natale continueranno ad essere il vostro fiore all’occhiello quindi?

Non si può prescindere dai mercatini. Bisogna ricordarsi che un terzo del Pil provinciale deriva dal turismo. Poi basti pensare ai milioni di selfie che sono stati realizzati, sia in piazza Duomo che ai mercatini, ai social che sono mezzi di comunicazione imprescindibili. Poi la gente potrà essere arrivata meno in alcune occasioni ma spalmata sul lungo periodo, iniziato già a metà novembre, si nota che è stata molta ma molta più degli anni passati. Lo confermano gli albergatori, i ristoratori e non solo della città ma anche del Monte Bondone.















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