Mense più care, studenti infuriati

Ateneo, aumentati i prezzi e diminuite le porzioni. L'Opera: un disguido


Jacopo Tomasi


TRENTO. Pranzi amari per gli studenti universitari che frequentano le mense dell'ateneo. Da settembre, infatti, tutti i menù sono aumentati di 40 centesimi. Dettaglio non da poco in un momento di crisi, ma di buon grado accettato dagli studenti anche perché i prezzi erano bloccati da 7 anni. L'aspetto che ha fatto infuriare molti, però, è un altro. Dall'inizio di questa settimana, infatti, è subentrato il nuovo gestore (Sma Ristorazione) che non ha più servito i contorni ed ha iniziato a far pagare il pane in aggiunta (20 centesimi a pezzo). Questo ha generato forti malumori tra gli studenti che nel giro di tre mesi si sono visti aumentare i prezzi e diminuire l'offerta.

L'aumento dei listini era previsto e prevedibile: inizialmente doveva esserci un rincaro immediato di 1 euro su tutti i menù, ma dopo una trattativa in cda tra i rappresentanti degli studenti ed i vertici dell'Opera universitaria (che cura le mense d'ateneo) si è deciso di ridurre l'aumento a 90 centesimi, spalmandolo su tre anni: 40 centesimi quest'anno, altri 30 il prossimo ed un aumento finale di 20 centesimi nel 2013. Certo, quando i prezzi aumentano non è mai piacevole, ma la faccenda era stata accettata di buon grado dagli studenti.

I problemi sono arrivati però questa settimana, da quando l'azienda appaltatrice precedente (Avenance) ha lasciato la gestione alla Sma Ristorazione. Questo ha generato alcuni malumori, principalmente per due motivi. In primis, perché è finito il "periodo promozionale" che prevedeva con ogni tipologia di pasto anche il caffè e una bottiglietta d'acqua. Senza essere informati, gli studenti si sono trovati da un giorno all'altro senza questa offerta. In secondo luogo, a causa di un'incomprensione col nuovo gestore, non sono più stati serviti i contorni per chi acquistava il pasto "Snack 3" (piatto unico che è passato da 2,20 a 2,60 euro).

Alla luce di questo i rappresentanti degli studenti - Alessio Spitaleri e Francesco Segatta di ListOne e Joshua De Gennaro e Laura Barin di UniLeft - hanno mandato una lettera all'ente nella quale chiedono che venga «ripristinato il corretto svolgimento del servizio. Fortunatamente - spiegano i rappresentanti - grazie alla completa disponibilità dell'azienda e alla volontà dell'Opera universitaria, siamo già riusciti a risolvere le prime incomprensioni affinché il servizio possa migliorare».

L'Opera, infatti, ha spiegato che si è trattato solo di un disguido e che tutto sarà risolto a breve. Un impegno concreto: già ieri, infatti, la situazione è tornata alla normalità in via Tomas Gar e in Santa Margherita. La speranza è che dalla prossima settimana la musica cambi anche nelle altre mense dell'ateneo.













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