Medicina, Rossi dice sì alla facoltà a Trento

L'assessore spinge per averla. Primo incontro del gruppo di lavoro


Luca Petermaier


TRENTO. Da ieri il progetto di una facoltà di medicina dell'Euregio non è più solo sulla carta. Si è riunito a Bolzano, infatti, il gruppo di lavoro comune tra Trentino e Alto Adige che ha iniziato un primo confronto circa l'opportunità di realizzare un centro specialistico a livello universitario. L'assessore Rossi non escluda nulla, «nemmeno che il centro possa avere sede a Trento».  La precisazione del responsabile della sanità trentina non è di poco conto posto che fino a questo momento sembrava scontato che la facoltà di medicina (semmai nascerà) avrebbe avuto sede a Bolzano visto che la sollecitazione maggiore in questo senso è sempre arrivata dal presidente altoatesino Luis Durnwalder.  Invece oggi l'assessore Rossi rimescola le carte in tavola e spiega: «E' finito il tempo delle guerre su dove far nascere un ente piuttosto che una facoltà. Il Trentino è interessato ad approfondire la questione a patto che il campo si sgombro da pregiudizi o scelte precostituite. In questo senso dico che non è per nulla da escludere che la futura facoltà o centro specialistico abbia sede in Trentino».  In effetti la nostro provincia ha le carte in regola per ospitare la nuova struttura. Un Ateneo ben avviato e riconosciuto per i suoi rapporti internazionali, un nuovo ospedale (il Not) che trasformerà nel profondo la sanità trentina del futuro e infine una carta in più. Quale? «La protonterapia» - spiega Rossi. «Con il nuovo centro il Trentino sarà all'avanguardia nella cura dei tumori con questa tecnica. Affiancare alla protonterapia l'istituzione di un centro specialistico a livello universitario potrebbe rappresentare un volano di attrazione per medici e ricercatori di prestigio. Una volta che i bravi medici vengono attirati in Trentino, per motivi di studio, ricerca o insegnamento, trattenerli qui potrebbe essere più facile».  Rossi non si nasconde che la scommessa della facoltà di medicina è dura da vincere. I soldi da mettere sul piatto non sono pochi, però un punto di partenza c'è: «Più che ad una facoltà vera e propria penso ad un centro dedicato alle specializzazioni a livello universitario. Poi, in una seconda fase, se l'idea avesse successo potremmo istituire anche la facoltà vera e propria».  Il gruppo di lavoro con Bolzano è appena agli inizi e quello di ieri è stato il primo incontro preparatorio. Il rapporto con Innsbruck è buono e le prospettive per portare a Trentino la nuova facoltà sono concrete: «Siamo ancora agli inizi - conclude Rossi - ma io ci credo».

© RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano