Medici di base, il 50% in pensione entro 5 anni 

Zeni: «Avanti con le aggregazioni». Saranno ampliati i congedi paternità. Slot, studio delle fasce orarie



TRENTO. Nei prossimi cinque anni circa 170 medici di base su 360 potranno andare in pensione. Sono i numeri forniti ieri in aula dall’assessore Luca Zeni, durante il dibattito sollevato dal caso di Mezzocorona. Filippo Degasperi (M5S) ha contestato il fatto che ai pazienti sia stato detto il 30 novembre che dall’1 dicembre il loro medico di base avrebbe cessato il servizio e Giacomo Bezzi (Fi) ha chiesto a Zeni ha messo in guardia dal modello altoatesino che ha un rapporto più alto tra medici di base e pazienti. «Sappiamo che sarà difficile trovare i sostituti - ha risposto Zeni - non è abbassando la soglia, anche se questa volontà della Provincia si è sempre scontrata con il no dei sindacati, che automaticamente aumentiamo i medici. La risposta sono le aggregazioni che favoriscono la capacità di fare squadra e danno supporto amministrativo per sgravare il medico dalla burocrazia e professionale con gli infermieri». Ieri l’aula ha concluso la discussione degli ordini del giorno. Tra quelli approvati: l’istituzione di un tavolo con i Comuni per concordare nuove modalità di utilizzo delle slot machine prevedendo fasce orarie autorizzate come a Torino (Degasperi); il potenziamento dei progetti di inclusione sociale per le vittime di tossicodipendenza (Bezzi); il finanziamento con 100 mila euro dei progetti della “scuola della seconda occasione” (Borgonovo Re) con una raccolta dati sui ragazzi bocciati e pluriripetenti; la possibilità di individuare strumenti (polizze collettive, fondi mutualistici, assicurazioni convenzionate) per dare garanzie alle imprese turistiche di fronte a calamità meteorologiche (Passamani); l’ampliamento dei congedi di paternità e la possibilità di uno studio di fattibilità (affidato alla Fem) di un'agenzia di coordinamento per l’educazione alimentare (Avanzo). Respinto, tra gli altri, l’ordine del giorno di Cia per attivarsi affinché le piramidi di Segonzano diventino patrimonio Unesco. L’assessore Gilmozzi ha obiettato che l’accesso presuppone una caratteristica unica al mondo: «Non c’è possibilità per le piramidi, avrebbe invece senso pensarci per il Lagorai». No anche all’odg di Fugatti per abbattere i lupi pericolosi dopo l’incursione dei giorni scorsi a Canazei. Dallapiccola ha riconosciuto che il tema è preoccupante: «Sparare non è però consentito. Il lupo è arrivato spontaneamente e si sta diffondendo in modo rapido nel Trentino orientale. Si tratta di gestire la presenza. Su Canazei abbiamo chiesto al ministero di poter sparare proiettili di gomma e di collarare almeno un esemplare. Le mangiatoie per i mufloni piazzate dai cacciatori vicino al paese hanno attirato i lupi, ragion per cui sono state spostate in quota».













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