Materne, rincari sugli orari prolungati

I sindacati sono critici: «Questi aumenti non convincono, servono dei correttivi»



TRENTO. Le scuole d’infanzia in Trentino potranno, su richiesta dei genitori, tenere i piccoli fino a tre ore in più oltre quelle stabilite dalla norma. Lo stabilisce con una delibera la Giunta provinciale, su proposta dell’assessore all’istruzione Marta Dalmaso, determinando le tariffe per il prolungamento dell’orario. Si va da 240 euro annui per un’ora in più al giorno, fino a 740 euro per tre ore. Le tariffe agevolate secondo gli indicatori Icef vanno da un minimo di 90 euro a un massimo di 280 euro annui. Con una seconda delibera sono stati anche stabiliti i termini per l’iscrizione e l’ammissione all’anno scolastico 2012-2013 per i bambini che abbiano compiuto o compiano entro il 31 gennaio 2013 il terzo anno di età. L’iscrizione va presentata in carta semplice al Comitato di gestione della scuola dell’infanzia in cui si intende iscrivere il bambino. Il termine per il versamento della tariffa dovuta è stato esteso al 22 aprile 2013. Per i bambini nati nei mesi di febbraio e marzo 2011 è prevista anche la possibilità di frequenza anticipata della scuola dell’infanzia a partire dal gennaio 2014, previa domanda di pre-iscrizione presso la scuola dell’infanzia della propria area di utenza.

Critiche al nuovo regime tariffario del prolungamento dell’orario del servizio di scuola per l’infanzia in Trentino, deciso dalla Giunta provinciale, arriva dai sindacati Cgil, Cisl e Uil del Trentino. «La Provincia - ricordano Franco Ianeselli, Lorenzo Pomini e Walter Alotti - aveva proposto un aumento più consistente per quanto riguarda la tariffa piena. Abbiamo fatto presente all’amministrazione le difficoltà di molte famiglie trentine sulle quali pesano ancora le misure di inasprimento fiscale introdotte dal governo Monti e, per quanto riguarda quelle del cosiddetto ceto medio, che non beneficiano di sconti tariffari significativi per servizi essenziali alla conciliazione tra obblighi di cura e lavoro, quali il prolungamento d’orario della scuola d’infanzia». Pur comprendendo i vincoli di bilancio che condizionano le politiche provinciali - proseguono Ianeselli, Pomini ed Alotti - questi aumenti non convincono. Nel confronto con la Provincia, quanto meno è stato possibile differenziare il costo della prima ora di prolungamento dalle altre e contenere gli aumenti per i nuclei familiari che, ai fini Icef, risultano meno abbienti. Inoltre è stata stabilito di posticipare il pagamento della tariffa e si è assunto l’impegno a verificare la possibilità di rateizzare la stessa».













Scuola & Ricerca

In primo piano