Marmolada e confini, ancora liti: in gioco c’è la nuova funivia 

Sessanta metri “regalati” nel 2002 dal Trentino al Veneto Ma Canazei non ci sta: «Le mappe parlano chiaro»


di Andrea Selva


TRENTO. Sessanta metri sul ghiacciaio della Marmolada fanno una differenza enorme: la differenza che passa tra realizzare un nuovo impianto di risalita (che sale dal versante trentino) oppure lasciare le cose come stanno (con l’unica funivia che sale in vetta dal versante Veneto). Ecco perché i confini della Marmolada fanno ancora discutere nonostante siano stati stabiliti nel 1982 dal presidente della Repubblica e poi confermati in tutte le sedi giudiziarie. L’ultimo atto è una convocazione al ministero dell’interno dei rappresentanti del Comune di Canazei, che però non ritengono di aver nulla da dire: «I confini sono quelli segnati sulla carta». Ma in questa vicenda complicata nemmeno le carte vanno d’accordo. Meglio fare un passo indietro.

A complicare le cose in questa vicenda dei confini c’è un protocollo firmato nel 2002 dalla Regione Veneto, dalle Province di Trento e Belluno e dai Comuni di Canazei e Rocca Pietore. E anche su questo accordo ci sarebbe da fare chiarezza visto che ce ne sono almeno due versioni: una con quattro firme (manca quella del sindaco di Rocca Pietore); una con cinque firme, mentre al ministero dell’Interno hanno dovuto ammettere che loro non ne hanno mai ricevuto copia. Ma di che parla l’accordo? I due governatori all’epoca erano Lorenzo Dellai e Giancarlo Galan e si accordarono su uno sviluppo della Regina della Dolomiti che - al di là del rinnnovo delle funivie bellunesi - non si è mai concretizzato. E poi c’era una mappa i cui confini fanno venire il sangue amaro a Canazei, visto che in pratica il Trentino avrebbe “regalato” alcuni metri di ghiacciaio al Veneto, proprio in corrispondenza degli impianti di risalita che salgono da Malga Ciapela. Il risultato? Se Canazei volesse salire in vetta alla Marmolada con un impianto di risalita dovrebbe chiedere il permesso alla Provincia di Belluno. E la risposta è scontata («no») visto che il titolare delle funivie, Mario Vascellari, ha sempre sostenuto che in vetta ci deve arrivare un solo impianto di risalita, visto che è l’unico modo per mantenere la sostenibilità economica delle funivie. E i turisti che salgono dal Trentino? Basta mettere uno skibus per portarli al di là del confine. Ovvio che in valle di Fassa - dove l’ipotesi è quella di fare il giro della Marmolada sono piuttosto nervosi.

All’epoca del protocollo Dellai-Galan, bisogna spiegarlo bene, c’era ben altro in gioco rispetto ai confini della Marmolada, visto che proprio in quegli anni l’autonomia cominciava a sentirsi sotto assedio. Ecco il motivo di una politica “conciliante” con i vicini di casa. Ma ugualmente a Canazei ora gli amministratori (tra cui il consigliere ladino Giuseppe Detomas, autore di una recente interrogazione) mettono i punti sulle “i”: poteva il governatore provinciale Lorenzo Dellai modificare i confini di una Regione?

Ma se la mappa di Dellai e Galan “regala” alcuni metri di ghiacciaio ai bellunesi, la mappa dell’Istituto geografico militare (aggiornata nel 2002, pochi giorni prima della firma dei due governatori) segue fedelmente la linea delle creste della Marmolada. Mappe diverse, un protocollo scaduto, documenti non firmati: ecco gli ingredienti che terrebbero occupati i tribunali se sui confini dovesse partire un’altra causa. Ma il motivo di andare in tribunale - eventualmente - non è il ghiacciaio, ma la vetta. Cioè il punto di arrivo di una funivia su cui il Veneto vuole l’esclusiva mentre a Canazei gli amministratori non vogliono precludersi la possibilità di arrivo sulla Regina.













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