Manifatturiero, 57 nuovi posti di lavoro

Dati positivi per l’occupazione in val di Non nel primo trimestre dell’anno. Stabile il numero di chi cerca un impiego


di Giacomo Eccher


CLES. Segnali positivi per l'occupazione in valle di Non dal settore manifatturiero che nel primo trimestre 2014 ha registrato la crescita di 57 nuove assunzioni in più dello stesso trimestre dell'anno precedente. Per gli altri settori la situazione è rimasta stabile rispetto allo stesso periodo 2013 (mentre in Trentino è calata) con tenuta pure nel settore delle costruzioni e del commercio (in calo nel resto della provincia). In valle di Non sono stabili gli iscritti ai Centri per l'impiego (nel resto del Trentino sono invece cresciuti del 10%). Continua invece a soffrire, anche nella valle delle mele, il lavoro femminile con un calo peraltro contenuto e legato allo stallo terziario, che non da segnali di risveglio.

«Ma il primo trimestre dell'anno è tradizionalmente il peggiore per quanto riguarda la statistica, speriamo che questi dati vengano migliorati in agosto quando avremo il polso del secondo trimestre», ha spiegato a Cles la dottoressa Antonella Chiusole, direttore dell'Agenzia del Lavoro.

I dati sono stati presentati l'altra sera a Cles nel corso di un affollato incontro nella sede dell'assemblea della Comunità di valle con intervento dell'assessore provinciale Alessandro Olivi che in precedenza, sempre in tema di lavoro e nuove opportunità, si era confrontato con i sindaci e amministratori nonesi.

L'occasione era la presentazione del cosiddetto “Patto del Lavoro” sottoscritto dalla Provincia e dalle parti sociali (Confindustria, Associazione Artigiani, Unione Commercio, sindacati ) per ridare fiato all'economia e far tornare a crescere l'occupazione in Trentino. «Per riuscirci serve coesione, torneremo a creare occupazione e lavoro se tutti fanno la loro parte mettendo insieme risorse e idee per costruire tutti insieme un sistema Trentino più efficiente», ha esordito Olivi. L'assessore ha però ha subito messo sul tavolo la situazione complessiva della finanza provinciale che quest'anno può contare, in termini assoluti, su un calo di 800 milioni di entrate di competenze e un blocco di liquidità di 1,5 miliardi. «Un arretramento di risorse che però, come scelta strategica della giunta provinciale, non ha provocato cali negli investimenti per il lavoro e il welfare», ha sottolineato Olivi. L'assessore ha quindi elencato davanti alla sala affollata di operatori economici e di imprenditori, le misure contenute nel “patto per il lavoro” partendo dalla fiscalità (Irap ridotta del 30% per tutte le imprese e di un ulteriore 0,50% in caso di nuova occupazione). Per quanto riguarda il credito, è stato creato un fondo di rotazione di 80 milioni (40 milioni dalla Provincia e 40 dalle banche) che peraltro sono già stati tutti prenotati da 136 imprese. Gli incentivi verranno finalizzati sulle imprese che fanno innovazione e internazionalizzano e nuova mission per Trentino Sviluppo, che da una posizione difensiva dell'esistente diventerà strumento di servizio per la nascita di distretti produttivi. Per i giovani si punta a favorire l'alternanza tra scuola e lavoro con l'adozione di nuovi strumenti come il reddito di qualificazione, i tirocini di lavoro all'estero e i contratti di solidarietà espansiva per favorire il ricambio generazionale nelle imprese.













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