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Magazzino occupato in via Brennero

Ieri pomeriggio i ragazzi del collettivo Trento Rise up sono entrati in uno stabile privato accanto a Pittarello



TRENTO. Nuovo blitz del comitato Trento Rise up, ieri nel pomeriggio. Solo che questa volta i giovani che occupano spazi pubblici per chiedere luoghi per la socialità se la sono presa con un privato. Verso le 17 hanno tranciato i lucchetti e sono entrati nello stabile di Bruno Bortolameotti, accanto al negozio Pittarello in via Brennero. Si tratta di un magazzino ristrutturato, ma bloccato da anni a causa di una serie di lungaggini burocratiche. I ragazzi del collettivo sono entrati e poi si sono messi a pulire perché avevano già in programma di organizzare una festa con una serie di concerti per tutta la nottata. Ai proprietari hanno detto che usciranno lunedì, ma per allora si spera che non facciano danni. I proprietari del resto sono impotenti. Hanno chiamato la polizia che, però, non può far niente per cacciare gli occupanti. Bortolameotti ha potuto solo fare denuncia in Questura sperando che tutto vada liscio e che nessuno si faccia male. La situazione del resto è paradossale. I proprietari possono solo aspettare che gli occupanti se ne vadano al più presto. E, del resto, se lo stabile, un magazzino di oltre 2500 metri quadrati, è inutilizzato non è colpa loro, ma di assurdi ritardi burocratici che, di fatto, bloccano lo stabile.

Dal canto loro gli occupanti hanno subito tracciato delle scritte e appeso uno striscione sul locale. Rivendicano nuovi spazi di socialità. Spazi che in una città universitaria come Trento scarseggiano: «La facciata che Trento offre agli occhi di chi non la vive è quella di una città universitaria confortevole, sicura, gioiello per quelle iniziative d’avanguardia che impongono di mantenere le strade pulite e le piazze pattugliate. Si configura come una città vetrina, in cui la riqualificazione urbana non va al passo dei cambiamenti sociali che Trento sta subendo; anteponendo gli interessi economici a discapito di una aggregazione libera da pattugliamenti, business commerciali e burocratiche procedure amministrative. Con questa occupazione temporanea vogliamo aprire una campagna capace di parlare ai giovani e alla città rispetto alla costruzione di nuovi spazi di aggregazione e socialità».













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