«Lucia ammazzata da una folle gelosia»

L’ordinanza del giudice che tiene in carcere l’avvocato: Ciccolini rincorreva la sua ex partner in modo ossessivo


di Ubaldo Cordellini


TRENTO. «Lucia per quattro anni mi ha riempito la testa di promesse, chiedendomi un futuro insieme e di avere dei figli. Poi il cambiamento radicale della sua personalità, poi le innumerevoli umiliazioni cui mi ha sottoposto». Vittorio Ciccolini, l’avvocato veronese di 45 anni in carcere per aver confessato di aver ucciso la sua ex fidanzata, Lucia Ciccolini, 31 anni, cerca di giustificare così il suo odio nei confronti della ragazza nella lettera che ha scritto al padre della ragazza prima del delitto. Il passaggio è riportato dall’ordinanza con la quale il gip Francesco Forlenza ha applicato la misura cautelare in carcere per Ciccolini. L’ordinanza con cui viene accolta la richiesta di misura in carcere del procuratore Giuseppe Amato ripercorre brevemente gli ultimi mesi della storia d’amore tra Vittorio e Lucia, dalla crisi dello scorso ottobre fino all’omicidio. Il giudice Forlenza, innanzitutto ricorda gli insistenti tentativi di Vittorio di convincere la ragazza a tornare con lui: «Questi tentativi sono sfociati anche nell’invio alla ragazza di una propria fotografia che lo ritrae con la pistola puntata alla tempia».

Il giudice osserva che gli elementi contro Ciccolini, oltre alla sua confessione, sono molti, a partire dal ritrovamento del cadavere nella sua macchina parcheggiata nel garage della casa della madre, per continuare con la cena a due al Mezzosoldo.

Di quell’ultimo appuntamento il giudice dice: «Della cena con l’indagato Lucia Bellucci aveva parlato con una sua amica che, conoscendone le problematiche, l’aveva messa in guardia. E infatti per la ragazza quella cena e quell’incontro furono una resa al destino». Per il giudice il movente è semplice da individuare: «Ciccolini non accettava la fine della relazione sentimentale, troncata per decisione unilaterale della donna che aveva ora un altro uomo». Per il giudice, l’avvocato veronese avrebbe perso la testa: «Emergono particolari inquietanti circa il comportamento di Ciccolini e del suo rifiuto a essere abbandonato e del suo ossessivo rincorrere la ex partner in una specie di delirio dei sentimenti». Qui il giudice ricorda il passaggio della lettera di Vittorio al padre della ragazza: «Lucia per 4 anni mi ha riempito di promesse, chiedendomi un futuro insieme e di avere figli...poi il cambiamento radicale della personalità, poi le innumerevoli umiliazioni cui mi ha sottoposto». Per il giudice «Desiderio, possesso e disperazione devono aver armato la mano di Ciccolini, progressivamente sospinto in un vortice di passione e di morte». Il giudice, infine, ricorda che nella lettera al’ex marito della ragazza, Vittorio aveva scritto: «Questa volta la pagherà, non la passerà liscia» e che nella lettera al padre di Lucia aveva fatto accenno a due delitti: «Di omicidi ce ne sono stati due. Del primo si è macchiata sua figlia uccidendomi come uomo», chiaro accenno per il giudice al secondo omicidio, ovvero quello di Lucia.

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