CACCIA ALL'UOMO

Litiga con papà e scappa con le pistole

Allarme a Lavarone: il giovane affetto da problemi psichici è stato fermato dai carabinieri, che hanno denunciato il padre



LAVARONE. Ore di preoccupazione a Lavarone, ma la tensione di è sciolta dopo una rapida caccia all’uomo condotta dai carabinieri. L’allarme è scattato attorno alle 13, quando in pieno centro è rimbombata l’eco di un colpo di pistola. In poco tempo diverse e preoccupate segnalazioni telefoniche arivano ai carabinieri della stazione di Lavarone e tra le chiamate c’è quella di un genitore disperato, M.I.A. di anni 57, residente nel milanese, in vacanza a Lavarone insieme ai due figli, che poco prima aveva avuto una discussione con il più grande, M.R. 22 anni. Il ragazzo, in cura per problemi psichici in una struttura dell’hinterland milanese in relazione, si era impossessato già delle due pistole del padre, una Beretta e una Smith & Wesson regolarmente denunciate, custodite in una stanza dell’appartamento di Lavarone.

L’uomo, ha raccontato lui stesso ai carabinieri, aveva tentato di ricondurre alla ragione il figlio, in quel momento in evidente stato di alterazione, ma questi per tutta risposta, a scopo intimidatorio, ha esploso un colpo d’arma da fuoco per non farlo avvicinare ed è fuggito spaventato e in stato confusionale, mentre l’altro fratello si era visto costretto a barricarsi in casa e a chiedere soccorso alla centrale operativa della Compagnia dei carabinieri di Rovereto. L’allarme è stato girato alla stazione di Lavarone, i cui carabinieri del posto si sono subito diretti sul luogo dei fatti. Dopo aver accertato la dinamica dei fatti e aver acquisito le prime, fondamentali testimonianze, si sono messi sulle tracce del giovane lombardo. Il quale era armato, fuori di sé e dunque pericoloso. Con il supporto dei colleghi del nucleo operativo e radiomobile di Rovereto, i carabinieri hanno rintracciato il giovane dopo circa mezz’ora. Non si era allontanato di molto, solo di qualche centinaio di metri, in zona centro storico, dopo aver girovagato in stato confusionale con le armi custodite nello zaino che portava in spalla. Vedendosi circondato dai militari che gli intimavano l’alt e senza possibilità di estrarre le armi che aveva con sé, M.R. è stato sopraffatto e neutralizzato, dopo di che è stato portato in caserma per gli accertamenti di rito. Date la situazione di instabilità psichica e la fase acuta del disagio, il giovane è stato sottoposto alla procedura del Trattamento sanitario obbligatorio (Tso) in una struttura clinica della zona, dove rimane ricoverato in osservazione. Il giovane è stato poi segnalato alla magistratura di Trento per minaccia a mano armata, ma ci è andato di mezzo anche il padre M.I.A., denunciato per omessa custodia di armi: innanzi tutto per aver custodito senza le dovute cautele le proprie armi, e poi per averle portate nell’appartamenti Lavarone mentre dovevano trovarsi nell’abitazione in Lombardia. Le due pistole sono state sequestrate.













Scuola & Ricerca

In primo piano

Il caso

Chico Forti lascia il carcere a Miami, rientro in Italia più vicino: "Per me comincia la rinascita"

Da ieri il 65enne trentino, condannato all’ergastolo per omicidio, è trattenuto dall'Immigrazione Usa: nelle scorse ore firmato l’accordo per scontare la pena in Italia. Lo zio Gianni: "Speriamo in tempi brevi"

LA PROCEDURA. La sentenza Usa sarà trasmessa alla Corte d'Appello di Trento
IL RIMPATRIO. Il ministro Nordio: «Chico Forti, lavoriamo per il suo ritorno in Italia il prima possibile»
IL PRECEDENTE Nordio: "Gli Usa non dimenticano il caso Baraldini"
COMPLEANNO Chico Forti, 64 anni festeggiati in carcere: "Grazie a chi mi è vicino" 
IL FRATELLO DELLA VITTIMA Bradley Pike: "E' innocente"

CASO IN TV La storia di Chico in onda negli Usa sulla Cbs