Levico rischia di perdere i diritti sul lascito Sordeau

Dovrebbe servire per realizzare una casa di riposo, ma è bloccato dal 1985 Anche la tomba dei baroni nel cimitero cittadino è abbandonata all’incuria


di Antonio DeCarli


LEVICO TERME. Ancora problemi su tomba e lascito dei baroni Sordeau. Nemmeno lasciare una eredità, che oggi si potrebbe definire milionaria, serve a farsi ricordare degnamente dopo morti. E’ quello che succede alla famiglia dei baroni Sordeau la cui tomba viene lasciata scandalosamente nella totale incuria.

Scandalosamente, non perché essere baroni o di nobile lignaggio sia un pregio davanti a Dio nemmeno dopo la sepoltura, ma perché tutti sanno che la famiglia Sordeau (ed i consigli comunali se ne sono occupati per decenni a causa di una disputa infinita sui diritti e gli obblighi testamentari) ha lasciato una ingentissima eredità ad un ente religioso e anche qualche erede, sia pur non compreso nel testamento originale, ha comunque visto ed ottenuto poi il riconoscimento che riteneva legittimo. La lunga causa testamentaria si era chiusa, infatti, dopo ben 41 anni dalla morte della baronessa Luigia, deceduta a 84 anni nel 1964, ultima di una nobile famiglia. Sembra però che la baronessa sia ancora “sepolta provvisoriamente” (e sono trascorsi 48 anni) in una tomba di una fedele dipendente. Dopo un intervento di qualche anno fa da parte della Caritas, la tomba appoggiata lungo il perimetro nord del cimitero è nuovamente semi abbandonata.

Per quanto riguarda il lascito, che doveva servire a realizzare una casa di riposo privata, sono passati 52 anni da quando il barone Carlo è deceduto a 85 anni nel 1960, la comunità forse rischia di perdere ogni diritto sul lascito che in molti ritengono dovrebbe essere utile in qualche modo alla attuale Casa di riposo già esistente. E per l’appunto gli amministratori della casa di riposo S. Valentino si stanno muovendo in questo senso. E va ricordato che, nel tentativo di far rispettare le volontà testamentarie, il problema è stato trattato da varie amministrazioni comunali fino al 1990 e il 4 ottobre 1985 il consiglio comunale aveva approvato un protocollo di convenzione fra Comune, Caritas (che ha la disponibilità della maggior parte dei fondi e delle proprietà) e casa di riposo per l’adempimento del legato Sordeau, che non ha però avuto alcun seguito.

Anche Bruno Dorigatti (ora presidente del consiglio provinciale), Vittoria Libardi (ex consigliere comunale) avevano sollecitato la scorsa amministrazione comunale e quella della casa di riposo ad interessarsene con urgenza dato che il Comune poteva e può avere sulla proprietà una maggiore discrezionalità programmatoria nei futuri aggiornamenti urbanistici ed avere a disposizione un valore rilevante da destinare ad interventi di pubblica utilità, in particolare per la popolazione anziana.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano