andalo

Lettera dal fronte arriva ai figli 73 anni dopo

Scritta nel 1943 da Silvestro Banal era andata in qualche modo perduta Il collezionista che l’ha trovata e acquistata in rete ne ha fatto dono ai familiari


di Daniele Erler


ANDALO. Una lettera spedita 73 anni fa, da un soldato di Andalo durante la guerra, e mai arrivata, è stata riconsegnata ai parenti nei giorni scorsi, in una commuovente cerimonia pubblica in municipio. A ritrovare la missiva andata perduta è stato Matteo Lorenzoni, bancario di Cles, con la passione per la storia e il collezionismo. L’ha acquistata nella rivendita online di una cartolibreria di Pistoia, spendendo poche decine di euro. «Mi avevano attirato la busta con la scritta “Andalo” e la data “1943” – spiega Lorenzoni –. Ancora non sapevo che all’interno ci fosse anche la lettera, oltre alla busta. Per me è stata una piacevole scoperta».

Lorenzoni frequenta spesso i mercatini online, con la passione per la ricerca di reperti e testimonianze legate al Trentino. «Leggendo la lettera, scritta dal soldato Silvestro Banal, mi sono commosso e ho deciso di cercare i parenti per riconsegnare la lettera 73 anni dopo». Lorenzoni ha così contattato il sindaco di Andalo Alberto Perli. «Leggendo il cognome ho capito di chi poteva essere padre – ricorda Perli –. Abbiamo fatto qualche verifica, ed abbiamo contattato i tre figli ancora in vita del soldato, per riconsegnare loro la lettera».

Con la collaborazione della biblioteca, è stata organizzata una cerimonia pubblica, che fornisse anche il contesto storico della lettera, spedita nel gennaio del 1943. Difficile capire quale sia stato poi il suo percorso. «C’è il visto della censura su di essa, con la scritta “verificata e riconsegnata per censura”, non mi è chiaro se sia questo il motivo per cui la lettera non è mai arrivata a destinazione», spiega Lorenzoni. La storia di Silvestro Banal è simile a quella di tanti soldati trentini. Finita la guerra, e dopo una tremenda esperienza sul fronte orientale, riuscì a tornare a casa, vivo ma estremamente provato, visibilmente dimagrito. Riuscì a ricostruirsi una vita, si sposò, ebbe cinque figli e morì negli anni Ottanta.

In piena guerra, il 4 gennaio 1943, nonostante le difficoltà, prese la carta da lettera per scrivere ai suoi genitori. «Anche oggi – si legge nella missiva ora riscoperta – con questa mia lettera voglio farvi sapere che io mi trovo sempre in ottima salute, come spero sarà sempre anche di voi tutti, sebbene è un bel po’ di tempo che non ricevo vostre notizie, ma spero di presto riceverle, magari tutte in una volta. Come vedete, questa lettera me l’ha data un mio amico che ho trovato qua in città per scrivervi e m’ha detto che mi dà anche delle altre lettere per scrivere, sicché così posso scrivervi più spesso, perché sennò io avevo perso tutto, come vi ho scritto anche nelle mie altre lettere».

«Dunque appena che vi scriverò per mandarmi un pacco – continua la lettera – sapete già cosa mi occorre, ma per ora non mi manca niente». «Dunque vi ripeto io sto bene e non pensate tanto a me che mi trovo proprio in un bel posto, adesso fuori dal pericolo, e anche per freddo si sta bene, spero di rimanere qua un bel po’ di tempo e se cambio vi scriverò subito». La lettera è stata così donata da Lorenzoni ai figli, visibilmente emozionati.













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