Latte Trento, stangata di Natale

Condannata a pagare 500 mila euro all'Agenzia delle entrate


Ubaldo Cordellini


TRENTO. Non è un regalo di Natale, quello recapitato dalla Commissione tributaria alla Latte Trento, il più importante produttore di latte e formaggi trentino. La cooperativa è stata condannata a pagare una sanzione di 500 mila euro all'Agenzia delle entrate. La vicenda è legata alle plusvalenze per la cessione dei mangimificio Sav ed è stata solo ereditata da Latte Trento con la fusione per incorporazione con il Caseificio di Fiavè. L'attuale gestione della cooperativa, infatti, non c'entra nulla con le decisioni che hanno portato al contenzioso con il fisco.

L'Agenzia delle entrate contestava un'evasione fiscale molto più elevata. Alla fine, dopo una serie di contestazioni, è arrivata a Latte Trento una cartella esattoriale di 500 mila euro. La cooperativa tramite lo studio Pirola di Padova ha chiesto la sospensiva alla Commissione tributaria di primo grado. I giudici tributari, però, hanno respinto la richiesta cautelare della Latte Trento.

Adesso la cooperativa dovrà pagare un terzo della sanzione in attesa della decisione nel merito che sarà presa nel prossimo mese di aprile. Il direttore della Latte Trento Sergio Paoli spiega che la decisione della commissione tributaria era, in qualche maniera, attesa. Per questo motivo Latte Trento aveva messo a riserva da anni i fondi sufficienti per pagare la multa del fisco.

La vicenda risale ad alcuni anni fa ed è relativa alla gestione del Caseificio di Fiavè. Nel 2005, il Caseificio aveva a bilancio un utile di soli 78.468 euro. L'utile così eseguo era il risultato della vendita a se stesso per 2,69 milioni di euro dell'immobile dell'ex mangimificio Sav di Rovereto. Un bel po' di quattrini classificati sotto la voce «plusvalenze da alienazioni a terzi» anche se il "terzo" in questione è la Sav Mangimi srl controllata a 100% dal Caseificio.

Il maquillage di bilancio non era sfuggito al controllo contabile della Federazione che lo aveva rilevato nella sua relazione, assieme ad una sovrastima delle rimanenze per 810 mila euro. La vicenda appartiene a un capitolo ormai chiuso della storia della produzione lattiero casearia del Trentino. Sembra un'era geologica fa. Infatti il Caseificio di Fiavè dopo quella vicenda è andato in crisi a causa di una serie di scelte sbagliate. La crisi è stata risolta con la fusione con per incorporazione con Latte Trento, che aveva conti ben più floridi di Fiavè. Adesso c'è un solo grande soggetto nel settore, che è appunto Latte Trento, che ha appena stretto un accordo anche con Trentina Latte.

Il direttore Paoli, però, spiega che la multa da 500 mila euro, tra l'altro molto più bassa del previsto, non avrà alcuna conseguenza negativa sul bilancio di Latte Trento: «Si tratta di una vicenda relativa alla vecchia gestione che non riguarda direttamente l'attuale gestione. Noi abbiamo messo a riserva i fondi necessari per pagare questa multa».













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