Lascia l’eredità ai poveri la vedova va in tribunale

L’uomo morì in un incidente nel 2008: tutti i suoi beni al Comune di Trento Ma la moglie ha chiesto l’annullamento del testamento. Ora deciderà il giudice



TRENTO. Ha una triste coda giudiziaria la tragedia che 4 anni fa, a Giustino, coinvolse una famiglia di Vigo Meano: in un incidente stradale persero la vita un padre di 37 anni, Freddy Povinelli, e la sua bambina di soli 7 anni, Aurora. Un dramma che colpì la comunità di Meano e quella di Pinzolo, paese d’origine di Povinelli. Si scoprì poi che l’uomo aveva lasciato un testamento olografo in cui, nel 2007, disponeva che in caso di morte tutti i suoi beni mobiliari e immobiliari fossero destinati solo ai poveri (attraverso il Comune di Trento), senza lasciare nulla ai familiari, e in particolare alla vedova che miracolosamente si salvò dall’incidente dopo essere rimasta per giorni tra la vita e la morte.

Il 7 maggio scorso è stato notificato al Comune un atto di citazione con cui la donna, Maria Teresa Ghezzi, chiede l’annullamento del testamento del marito «per incapacità di intendere e volere» di Povinelli e, in via subordinata, la riduzione delle disposizioni scritte nel testamento.

Una situazione che, fin dall’inizio della vicenda, ha messo Palazzo Thun in una condizione di serio imbarazzo, trovatosi ad entrare in possesso di un’eredità (si tratta di immobili) ma in una situazione tragica, con una famiglia spezzata e dove oggi l’unica superstite rivendica la propria parte di quei beni.

Così, dopo una serie di contatti, già nell’ottobre 2011 il Servizio patrimonio aveva affrontato il caso in una relazione alla giunta, la quale aveva escluso la possibilità di soluzioni transattive e deciso di rimettersi, nell’eventualità di una causa che contestasse il testamento, alla decisione del giudice. La causa per ottenere l’annullamento del testamento è puntualmente stata intentata e nella seduta di lunedì la giunta Andreatta ha deliberato di costituirsi in giudizio, nominando come proprio rappresentante l’avvocato Gianfranco Deflorian dell’Avvocatura comunale.

«Il Comune si è trovato in questa situazione anomala e delicata che di certo non auspicava - spiegano dal Servizio patrimonio - certo non possiamo disporre dei beni fino a quando un giudice non si pronuncerà nel merito. La vedova, nella sua richiesta, contesta infatti l’incapacità di intendere e volere del marito quando firmò il testamento con cui lasciava i propri beni al Comune perché li destinasse ai poveri.

Freddy Povinelli, nato nel 1971 a Bolzano, aveva solo 36 anni quando scrisse il testamento olografo. Un anno dopo morì nell’incidente insieme alla sua piccola Aurora di 7 anni in uno scontro con una corriera a Giustino. Povinelli, insieme a moglie e figlia, stava andando da Meano, dove abitava con la famiglia, a Pinzolo, suo paese d’origine, dove era attesa a pranzo dallo zio Danilo Povinelli. Padre e figlia morirono sul colpo, nel tremendo schianto della Ford Focus contro un autobus di Trentino Trasporti che viaggiava fuori servizio verso l’autorimessa, lungo un tratto rettilineo della strada della Rendena. Marisa Ghezzi, nonostante i traumi gravissimi, si salvò: estratta con le pinze idrauliche dall’auto, fu operata d’urgenza al S.Chiara.

Per lei sono seguiti anni durissimi, in cui ha dovuto riprendersi dai traumi fisici dell’incidente ma ancor più dalle ferite psicologiche provocate della perdita della sua famiglia. Ora la battaglia giudiziaria sul testamento. Dagli esiti incerti. ©RIPRODUZIONE RISERVATA













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