il debutto da scrittrice 

La Trento degli anni Sessanta nel libro di Sarah Carozzini

TRENTO. Lo spazio archelogico di Piazza Lodron ha tenuto a battesimo il primo libro “Luna di Zucchero” di Sarah Carozzini psicologa trentina con la passione della scrittura autrice di un romanzo che...


di Daniele Peretti


TRENTO. Lo spazio archelogico di Piazza Lodron ha tenuto a battesimo il primo libro “Luna di Zucchero” di Sarah Carozzini psicologa trentina con la passione della scrittura autrice di un romanzo che è cresciuto e cambiato di pari passo con i mutamenti della sua vita.

«Ho iniziato a scriverlo sette anni fa ed in sei mesi ero arrivata al 80 per cento del racconto. Poi mi sono fermata e l’ho ripreso dopo due anni, aggiungendo un finale che mi pareva consono alla storia. A quel punto è entrata in scena la mia vita privata segnata da episodi alquanto significativi, tanto che non solo ho cambiato il finale, ma ho anche aggiunto altri capitoli, arrivando di fatto a personalizzarlo».

Al contrario di molti autori, lei non si è dovuta autoprodurre: «Trento non è una grande città e frequentando la “Viaggeria” di Via Mazzini ho raccontato ai titolari Marco, Michele e Corrado di quello che avevo scritto. Mi hanno messo in contatto con la casa editrice “Minerva” di Bologna alla quale ho fatto avere il testo».

Il primo incontro si è concluso col classico “ le faremo sapere”, poi il primo contatto nel marzo del 2016 con la richiesta di alcune correzioni ed il testo rielabolato Sarah Carozzini l’ha presentato in agosto: «A settembre mi hanno convocato ad Argelato, ho firmato il contratto che è diventato esecutivo a novembre e finalmente nell’aprile di quest’anno mi sono state consegnate le copie».

Se dovesse dare una definizione del suo romanzo? «Rispecchia la passione per lo scrivere ed il mio spirito curioso e osservatore. È una storia umana ed emozionale e pur essendo ambientata negli anni ‘60-’70 è vintage, ma anche attuale: diciamo un romanzo senza tempo».

In “Luna di Zucchero” si parla di Sopramonte e c’è molto Trentino: «A Sopramonte ho vissuto, in Trentino studiato e lavorato: al di là delle vicende personali, mi pareva l’ambientazione che potevo raccontare meglio».

L’idea di presentare il libro nello spazio archeologico di Piazza Lodron? «Cercavo una location che non fosse dispersiva e che al tempo stesso si facesse ricordare. Per alcune presentazioni la “Viaggeria” utilizza l’oratorio del Duomo che mi pareva troppo grande e senza personalità. Per altri eventi invece ottengono dalla Volksbank la concessione dello spazio archeologico ed è da li che è iniziata la serie di presentazioni».













Scuola & Ricerca

In primo piano