«La Regione? Solo un costo, va abolita»

Durnwalder mattatore alla scuola politica della Lega: «I trentini smettano di avere paura». E spunta anche Kaswalder


di Maddalena Di Tolla Deflorian


TRENTO. «La Regione è senza competenze, è solo un costo ormai, possiamo eliminarla, lo dico da tempo. Le due Province devono andare a Roma a chiedere direttamente quello che serve». Così Luis Durnwalder ospite d’onore e mattatore ieri a Trento alla scuola politica della Lega Nord, invitato dal segretario Maurizio Fugatti a parlare ai quadri del Carroccio di autonomia, e molto applaudito. In sala, all’Hotel Everest, sono intervenuti anche gli europarlamentari Elisabetta Gardini (Forza Italia) e Lorenzo Fontana (Lega).

Già l’apertura dell’intervento dell’ex governatore altoatesino è stato un proclama che alle orecchie dei leghisti è suonato come un balsamo: «Tutte le Regioni dovrebbero avere l’autonomia. Se in Italia si fosse attuato il federalismo, oggi avremmo risolto molti problemi». L’ex Landeshauptmann ha poi chiarito la sua visione circa i lavori della Convenzione per la riforma dello Statuto, che sta lavorando in parallelo alla Consulta trentina: «Non ci sarà un Terzo Statuto - ha avvertito - serve però un aggiornamento delle competenze. Su questioni come urbanistica e paesaggio, telecomunicazioni, caccia e pesca, energie alternative, le cose sono molto cambiate: su questi temi oggi vogliamo trattare con Roma più autonomia. Ci devono restituire il maltolto».

Durnwalder ha quindi ribadito la sua visione: la Regione non ha futuro: «Ho sempre detto che le due Province devono andare a Roma a chiedere direttamente quello che serve. Sia noi che i trentini abbiamo tratto un guadagno dall’autonomia, e oggi la collaborazione fra Trento e Bolzano è buona direi. A volte a Roma noi siamo percepiti un po' come quelli che vorrebbero andarsene e allora se interviene anche una richiesta da parte di Trento su certi temi, al governo arriva un messaggio rafforzato». L’ex governatore ha poi chiosato: «I trentini devono smetterla di avere paura che togliendo l’ente regionale si perda anche l’autonomia. Certo, l’autonomia per i trentini è stata un regalo della vicenda della minoranza tedesca e ladina in Alto Adige (e qui Durni è stato subito rimbrottato da Fugatti, sceso in difesa dell’autonomia trentina, ndr), però abbiamo dimostrato che sappiamo governare bene il territorio. Non a caso l’Eurostat colloca l’Alto Adige al 19° posto fra le regioni europee, per quanto riguarda il Pil pro capite. La disoccupazione è bassa. Non è tanto diversa la situazione in Trentino direi. Dobbiamo saperlo spiegare bene all’esterno». E sui vitalizi ha aggiunto: «Non ho rubato niente, quello che ho ricevuto mi spetta. Se un giudice mi dirà che devo restituire, lo farò».

A sorpresa all’Hotel Everest - dove ieri è arrivata anche gente dall’Alto Adige - si è visto anche il consigliere provinciale autonomista Walter Kasswalder, fresco di espulsione dal Patt, che ha salutato Durnwalder con un: «Magari ci fossero politici di questa qualità in Trentino!». Un messaggio per altre orecchie, hanno sussurrato in tanti. La sua presenza è stata interpretata come un segnale di possibili nuove alleanze in vista del 2018. Kaswalder fa sapere che la sua nuova creatura politica ha già raccolto 1200 adesioni. In sala anche un altro consigliere provinciale Claudio Cia, ex Civica. Dopo Durni e Kaswalder, l’intervento di Lorenzo Fontana, vicesegretario nazionale della Lega ed europarlamentare, ha riportato la retorica sugli standard leghisti più classici: «Vi spiego cosa stanno facendo al parlamento europeo – ha esordito - ad esempio quando ci fanno arrivare 200.000 clandestini e ce li spacciano per profughi».

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