La guerra sul Pasubio in mostra al castello

Cimeli, testimonianze e fotografie d’epoca per ricostruire la più famosa delle battaglie di posizione e rendere omaggio al monte che domina la città



ROVERETO. Più che una mostra, è un invito a recarsi in un museo all'aperto: il Pasubio. Pochi giorni fa è stata inaugurata al Museo della guerra "Pasubio 1915-1918"; porta al castello la punta di un iceberg di quello che è un luogo immensamente ricco di storia.

Sulla montagna che sovrasta Rovereto e la Vallarsa, in uno spazio molto ridotto, si è combattuta una delle più famose e cruente guerre di posizione, tale da portare anche alla mitizzazione di queste vicende. Quanto accaduto sul vicino Pasubio ha lasciato tracce indelebili a Rovereto, che proprio per questo è diventata Città della Pace, per questo ha come simbolo la Campana dei caduti, per questo ospita lo stesso Museo della Guerra al castello.

L'esposizione, ricavata in due grandi sale del castello, non è che l'inizio della lunga scia di eventi e appuntamenti in vista del centenario dell'inizio del primo conflitto mondiale. Lo scopo non è solo ricordare ciò che fu la guerra, ma anche raccontare il Pasubio, ciò che è adesso e ciò che si fa per tramandare la memoria di quei terribili fatti.

Ci sono quindi le citazioni delle poesie di Montale, foto d'epoca, ma anche i racconti dei volontari della Sat che in anni recenti hanno riportato alla luce vecchie trincee e gallerie, le riprese aeree della montagna oggi, reperti che svelano nuovi aspetti del conflitto. Come il crocifisso costruito su di una baionetta ritrovato da uno dei soci del museo. La baionetta era italiana, l'oggetto, diventato da offesa strumento di devozione, risulta dall'iscrizione donato a don Klotz, sacerdote di Innsbruck, raffigurato celebrare una messa sulla montagna in una delle foto in mostra.

Una di quelle cerimonie - o forse proprio quella - è narrata da Francesco Laich, suonatore roveretano che venne chiamato a far parte della banda militare.

«La mostra si può dividere in quattro parti - spiega il provveditore del museo, Camillo Zadra - c'è una sintesi succinta delle vicende; c'è un approfondimento della logistica durante la guerra; ci sono le testimonianze ed i volti dei soldati; ed infine c'è una parte dedicata a quanto si è fatto e si fa per la memoria». Si trovano anche dei video, con le riprese aeree inedite di Mauro Zattera; le interviste a chi si occupa del recupero; la testimonianza di Michele Zandonati, della Sat di Rovereto e del gruppo grotte, che con altri ha partecipato alla pulizia delle gallerie del Corno Battisti e del monte Testo; parla anche Marco Avanzini, geologo e tra gli scopritori della galleria di Monte Buso e delle orme di dinosauro al suo interno; un altro video curato da Luciano Stoffella è commentato dalle letture di diari d'epoca.

Tra i reperti presenti ci sono armi, un singolare altare da campo, un portasigarette, due tenute militari, uno scaldino, e altro ancora. «Il Pasubio è stato uno dei luoghi centrali della Grande Guerra - commenta il presidente del Museo Alberto Miorandi - con accenni di forte mitizzazione». La mostra resterà al museo fino al novembre 2013, apertura 10- 18; è anche un invito a visitare questa montagna, magari in una delle gite proposte dall'Apt in questi mesi estivi, tutti i sabati. (m.s.)

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