Importante intervento dell’Itea che risana il comparto di S. Osvaldo per rilanciare il rione di S. Maria

La chiesa di Rosmini torna alla città

Con il restauro dell'edificio verrà sistemato e aperto anche il giardino


Giancarlo Rudari


ROVERETO. Il rilancio del quartiere di Santa Maria passa anche attraverso il restauro del comparto edilizio "S. Osvaldo". Qualche mese fa sono partiti i lavori alla "casa dei turchi" con gli stupendi poggioli in legno a sbalzo sul Leno, mentre ora sarà l'Itea a mettere mano ad un altro angolo suggestivo della città. Un intervento importante, prezioso non solo perché si va a recuperare un antico edificio nel quale verranno ricavati nove alloggi, ma perché poi verranno restituiti alla città la chiesa e il giardino.  Il fulcro del comparto di S. Osvaldo è rappresentato dall'edificio residenziale costruito agli inizi del 1700 da Lorenzo Obizzi, discendenti dell'omonima famiglia originaria di Pomarolo che si era arricchita nella produzione e fornitura della polvera da sparo. Nel 1790 venne acquistato da Osvaldo Candelpergher che commissionò la costruzione della chiesa di S. Osvaldo ad Ambrogio Rosmini. L'edificio risente delle esperienze che Rosmini aveva potuto maturare negli anni trascorsi a Roma, inserito nell'ambiente artistico e culturale della città e vicino in particolare ai pittore Pompeo Batoni e Cristoforo Unterpergher.  La famigliarità di Rosmini con l'artista consentirà a Candempergher di commissionargli una pala per l'altare della chiesa. Attualmente l'edificio religioso ormai sconsacrato, come del resto anche il palazzo residenziale, presenta diffusi sintomi di degrado. A fianco della chiesa si trova il giardino disegnato con gusto scenografico soprattuto nell'esedra che lo delimita sul lato est e nel comumentale ingresso che lo separa ad ovest da via Santa Maria.  L'intervento dell'Itea, come riportato nella relazione tecnica, propone il recupero del comparto nel rispetto dei caratteri tipologici attuali: in particolare si è tenuto conto della inusuale presenza di un edificio religioso che imponeva una particolare attenzione per salvaguardare il manufatto. E così l'area a valle dell'edificio nel quale verranno ricavati sei alloggi ed altri tre nei rimanenti corpi di fabbrica è stata separata dal resto dell'intervento. E così sia la chiesa che il giardino «dovranno avere una funzione esclusivamente pubblica legata a manifestazioni artistiche-culturali che potrebbero costituire un elemento rivitalizzante per l'intero rione di Santa Maria».

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