L’allevamento è nelle mani dei giovani

La Bassa Valsugana e Tesino, che vive un cambio generazionale, ha messo in mostra alla «de Bellat» 35 aziende e 158 capi


di Marika Caumo


CASTELNUOVO. Zootecnia: qualcuno ha chiuso, altri si sono ingranditi. Ma il futuro è garantito dalla forte presenza di giovani allevatori.

La tradizionale mostra bovina di San Matteo ha radunato come ogni anno nella tenuta della Fondazione De Bellat, il mondo agricolo valsuganotto. Oltre 400 le persone presenti (280 i pasti distribuiti), autorità locali e provinciali, i rappresentanti delle tre Casse rurali locali, della Fondazione De Bellat, delle due realtà casearie Latte Trento e Casearia Monti Trentini, gli addetti del settore. E soprattutto 35 aziende con 158 animali delle varie razze. Un numero in crescita rispetto agli anni scorsi e che ieri si guardava come un buon auspicio.

D’altro canto la mostra non è solo la giornata in cui si portano i propri capi più belli, che vengono valutati e premiati con le bronzine offerte da enti, Comuni e sponsor vari. Ma è anche l'occasione per fare quattro chiacchiere, confrontarsi. Al presidente dell'Unionea allevatori della Valsugana e Conca del Tesino Antonio Cenci abbiamo chiesto di fare un bilancio. Tra Valsugana e Tesino, ci spiega, ci sono 4.500 bovini. Un numero pressoché costante visto che alcune piccole aziende hanno chiuso e venduto gli animali a causa di costi fissi divenuti insostenibili, mentre altre sono state potenziate ed hanno aumentato i loro capi. «Il periodo è difficile per tutti, anche per noi allevatori. I prezzi delle materie prime sono aumentati, dal mais all’orzo ai foraggi in genere», spiega. Ma la vendita del latte, chiediamo? «Facciamo parte della cooperazione e il prezzo definitivo del latte lo sapremmo solo a chiusura del bilancio, in primavera. Siamo fiduciosi», aggiunge. C’è una sola azienda in valle che alleva vacche da carne. «Il prezzo della carne è calato, mentre i costi di produzione sono sempre maggiori», aggiunge Cenci.

Più positivo il pensiero dell’assessore Tiziano Mellarini. «E’ un momento discreto rispetto al passato e rispetto ad altri settori», ha spiegato, ricordando l'assenza del presidente della Federazione, Rauzi, impegnato a Bruxelles per la questione della liberalizzazione delle quote latte.

Quello che però saltava agli occhi ieri era la massiccia presenza di ragazzi ma anche ragazze, che sfilavano con le loro mucche. E di tanti bambini. Una presenza sottolineata da molti. «Ci conforta, con il ricambio generazionale queste attività non andranno perse. Così come continuerà il loro lavoro per mantenere integre e pulite le nostre montagne, il nostro patrimonio», ha aggiunto il sindaco Lionella Denicolò. Infine il presidente della Comunità di valle, Sandro Dandrea, ha ricordato come la tenuta De Bellat, dopo i due concorsi di idee, sarà oggetto di investimenti con l'obiettivo di diventare un polo agricolo e turistico.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano

Il caso

Chico Forti lascia il carcere a Miami, rientro in Italia più vicino: "Per me comincia la rinascita"

Da ieri il 65enne trentino, condannato all’ergastolo per omicidio, è trattenuto dall'Immigrazione Usa: nelle scorse ore firmato l’accordo per scontare la pena in Italia. Lo zio Gianni: "Speriamo in tempi brevi"

LA PROCEDURA. La sentenza Usa sarà trasmessa alla Corte d'Appello di Trento
IL RIMPATRIO. Il ministro Nordio: «Chico Forti, lavoriamo per il suo ritorno in Italia il prima possibile»
IL PRECEDENTE Nordio: "Gli Usa non dimenticano il caso Baraldini"
COMPLEANNO Chico Forti, 64 anni festeggiati in carcere: "Grazie a chi mi è vicino" 
IL FRATELLO DELLA VITTIMA Bradley Pike: "E' innocente"

CASO IN TV La storia di Chico in onda negli Usa sulla Cbs