L'albergo Michelotti torna in pista

Sarà «Garnì on the rock»: costruito sulla roccia, dedicato agli scalatori


Gianluca Marcolini


ARCO. A fugare ogni dubbio ci ha pensato l'enorme striscione che è spuntato dal nulla alla vigilia dei mondiali di arrampicata, vetrina ideale per annunciare la novità. L'albergo Michelotti - che ha scritto la storia dell'ospitalità arcense - sta per mettere fine ad un oblio decennale. Nel 2012 tornerà in vita, con un nome nuovo e in veste inedita. Sarà, infatti, il primo «Garnì on the rock» di Arco: costruito sulla roccia e al mondo della roccia dedicato.

Infilato fra le case del rione S.Giuseppe, il più antico della città, l'albergo Michelotti ha rappresentato per decenni l'emblema del turismo sotto il castello. Fondato dal mitico Gino Michelotti, per oltre mezzo secolo ha ospitato vacanzieri occasionali e ospiti fedelissimi. Lo scorrere del tempo e quindi degli accadimenti ne ha decretato la chiusura, accompagnata da qualche lacrima e da una velata malinconia mescolata al timore di un destino tutt'altro che certo e glorioso.

Oggi, però, c'è chi ha deciso di scommettere sul passato e soprattutto sul futuro di questo hotel. Nicola Tisi e la moglie Aurelia si sono imbarcati in un'avventura imprenditoriale a dir poco ambiziosa: riportare l'hotel ai fasti di un tempo. La coppia ha creato la Aunic snc (dall'unione delle prime lettere dei rispettivi nomi) prendendo, così, in mano il Michelotti e avviando la necessaria ristrutturazione. Un investimento economico non indifferente, tra l'altro nato quasi per caso.

«E' il frutto di una chiacchierata al bar con l'architetto arcense Davide Campetti - racconta Nicola Tisi, di cui le cronace si sono già occupate per il suo impegno nell'organizzazione degli eventi targati "Zugatoloni", che proprio ieri hanno curato la Sarca River Cup - al termine della quale si è buttato lì, quasi per scommessa, l'idea di ridare vita a questo storico albergo».

Detto, fatto. Dalle parole Tisi e Campetti sono passati alle azioni ma non senza qualche difficoltà. La più grossa ha riguardato il rispetto delle prescrizioni dettate dal vincolo idrogeologico che insiste praticamente su mezzo centro storico arcense, quello ubicato immediatamente ai piedi della rupe. Difficoltà superate anche grazie all'aiuto degli amministratori comunali che non possono che vedere di buon occhio la nascita di iniziative imprenditoriali di questo tipo, mirate al rilancio e al potenziamento del comparto alberghiero di Arco. Una volta risolte le formalità burocratiche l'Aunic (la titolare è Aurelia Cappelli, che si occuperà in prima persona della gestione del garnì) ha affidato all'EdilDrena i lavori di ristrutturazione.

Il vecchio albergo è stato letteralmente sventrato e quindi ricostruito. Ad oggi gli operai stanno approntando l'ultima soletta, poi si passerà agli interni e alla creazione delle 19 camere. L'obiettivo è finire in tempo per le prossime festività pasquali, quindi nel giro di 6-7 mesi. Fra le particolarità del nuovo «Garnì on the rock» c'è la sua posizione altamente suggestiva, quasi incastonata nella roccia che poi è la stessa su cui si sorregge il castello. Gli ospiti si potranno immergere in un'atmosfera alpina e avranno anche l'occasione di cimentarsi con una parete attrezzata, nel caso non ne avessero abbastanza delle falesie sparse in tutto l'Alto Garda. Alle strutture che già offrono la piscina o la vasca idromassaggio si affiancherà, dalla prossima primavera, anche quella che proporrà ai propri clienti la parete del boulder. Arco sempre più capitale del climbing e degli sport outdoor: anche con nuove interessanti sfide.













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