L'acqua in Trentino? La migliore

Al primo posto per le caratteristiche geologiche e per tenuta della rete


Sandra Mattei


TRENTO. Teniamocela stretta la nostra acqua. Non solo per sposare la parola d'ordine dei tanti comitati che hanno raccolto le firme pro referendum contro la privatizzazione. Ma anche perché, nella giornata mondiale oggi dedicata all'acqua, questo bene è da difendere a maggior ragione in Trentino, visto che la sua qualità è più che buona. Parola di esperto e di un'indagine dell'Istat. Siamo la provincia che disperde meno acqua in Italia con quella di Bolzano e la Lombardia ed ha la percentuale più bassa di acqua potabilizzata (il trattamento che va fatto più l'acqua si preleva in superficie), nonché la quota maggiore di impianti di depurazione. Sono alcuni dati dell'indagine dell'Istat, in occasione della giornata mondiale dell'acqua, istituita dall'Onu per il 22 marzo. Ma a confortare i dati statistici, è anche il parere dell'esperto: si tratta di Franco Guizzardi, dirigente dell'unità operativa di igiene pubblica e ambientale, responsabile del controllo e vigilanza sull'acqua potabile. «La qualità della nostra acqua è medio alta - conferma Guizzardi - e se qualche cedimento si può verificare, è dovuto alla vetustà della rete, che può mettere in moto del ferro o del precipitato, se l'acqua ristagna. Più l'acqua si attinge da sorgenti e da pozzi, più la qualità è garantita. Sia Trento, con la falda di Spini, che Rovereto, hanno un'acqua di buon livello». Non possiamo lamentarci nemmeno per la dispersione della rete, se paragoniamo la percentuale dell'acqua immessa con quella erogata. L'Istat fa sapere che per ogni 100 litri, ne immettiamo 27 in più per la continuità dell'afflusso, a fronte degli 85 della Sardegna e degli 87 della Puglia. L'acqua erogata in Italia per abitante, riferita al 2008, è di 92,5 metri cubi, con un incremento dell'1,2% negli ultimi dieci anni e va intesa come l'acqua consumata più la stima di quella non misurata, consumata in luoghi pubblici come le fontane, il lavaggio strade, per innaffiare il verde. La distribuzione d'acqua potabile varia molto: il Trentino Alto Adige ha la percentuale più alta con 127,4 metri cubi per abitante, contro i 107 metri cubi del Nord ovest, mentre il Meridione ha un volume pari a 80,6. Un dato che, se associato con la bassa percentuale dell'acqua potabilizzata (perché possiamo attingere alle acque sotterranee) del 15,9% contro l'80,5 e l'89,2% della Basilicata e della Sardegna, fotografa una situazione privilegiata. Il dottor Guizzardi non fa che confermare i dati dell'Istat, anche per quanto riguarda i controlli. Il servizio potabilità dell'acqua si occupa infatti di prelevare campioni all'utenza, mentre spetta all'ente gestore (sia i Comuni che le società miste) controllare la qualità alla sorgente. «Il Trentino - spiega Guizzardi - è l'unica provincia che ha un portale sull'acqua potabile, dove vengono immessi online tutti i dati dei controlli. Il nostro compito è analizzare e valutare tali dati per rilevare i punti critici, confrontandoli con quelli precedenti. Se si hanno valori negativi, si fa un piano annuale di intervento». Anche sull'arsenico, che l'Ue stabiliva con concentrazione massima di 10 microgrammi rispetto ai 50 precedenti, il Trentino si è adeguato, chiedendo due deroghe (nel 2004 e nel 2006) per poter rientrare nei valori consentiti. «Obiettivo raggiunto nel 2010 - precisa Guizzardi - anche a Trento, Fierozzo e Canal S. Bovo, con l'applicazione di un dearsenificatore nell'acquedotto».













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