Ingegneri all’attacco sugli appalti

Il presidente Armani: «Troppo restrittivi i requisiti dei bandi di progettazione per i nostri studi»


di Silvia Siano


TRENTO. Criteri troppo restrittivi per accedere ai bandi di progettazione. E gli ingegneri non ci stanno. Questa volta, la goccia che ha fatto traboccare il vaso, è stato il bando per la Manifattura Tabacchi di Rovereto.

«Vengono richiesti - spiega il presidente dell’Ordine degli ingegneri Antonio Armani - requisiti impensabili, che non consentono agli studi, di partecipare. Sfido chiunque dei professionisti che operano sul territorio ad aver progettato opere per i valori così elevati, che vengono richiesti in quel bando».

Ed è così che per progettare opere di grande entità, si pesca fuori dal Trentino. «Le occasioni per misurarsi con grandi progetti - continua Armani - sono poche soprattutto in questo periodo di crisi. Noi ci troviamo ogni volta nella stessa situazione, siamo collaborativi, chiediamo che ci possa essere un confronto con i futuri committenti, in modo da non dover protestare a posteriori, ma puntualmente, ci ritroviamo con un pugno di mosche in mano».

Il pugno di mosche in mano significa che i professionisti locali, nelle grandi opere, finiscono per essere comprimari, per accettare subappalti su appalti vinti da altri. «Non chiediamo di essere favoriti - puntualizza il presidente dell’Ordine degli ingegneri - ma chiediamo che venga data una chance anche a chi opera sul territorio, chance che se si fanno bandi dai requisiti esagerati, è inevitabilmente preclusa. Anche noi abbiamo un lavoro e una professione da tutelare, abbiamo dipendenti da mantenere esattamente come le imprese». Poi c’è il capitolo giovani, ai quali, fare un’esperienza di progettazione su grandi opere, è completamente precluso. «Non solo i bandi per realizzare opere di un certo peso non salvaguardano la capacità di lavoro dei nostri studi, ma impediscono ad un giovane che non ha il curriculum, di esprimersi. E così facendo un giovane non lo avrà mai». Ecco perché la categoria ha chiesto la sospensione del bando della Manifattura. «Domandare è lecito - dice Armani - vorremmo che si potesse ragionare a bocce ferme e rivedere i requisiti. Ci sembra che la volontà ci sia. Stiamo a vedere». Sul punto, l’assessore Panizza ha ammesso che si tratta di un problema, che bisognerà valutare che cosa fare e che ne parlerà con il presidente Dellai.

Armani si sofferma anche sulla burocrazia lumaca, che quest’estate aveva reso protagonisti gli ingegneri insieme alle altre categorie tecniche, di una protesta contro il Comune. «Dopo le nostre richieste - conclude il presidente - abbiamo avuto parecchi incontri costruttivi con il vice sindaco e l’assessore Gilmozzi ed altri ne abbiamo in programma. Le cose stanno migliorando, siamo sulla buona strada».

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