economia e lavoro

In un anno 800 posti di lavoro bruciati

La ex Hilton è solo l’ultima di una serie di aziende che nel 2016 hanno chiuso o ridotto l’attività lasciando a casa i dipendenti


di Ubaldo Cordellini


TRENTINO. Decine e decine di aziende che chiudono o riducono e centinaia di posti di lavoro saltati, solo nel 2016 oltre 700 nelle imprese di medie dimensioni del Trentino e senza considerare le piccole o piccolissime. La chiusura improvvisa della Cmi, ex Hilton, di Mattarello con l’addio a 57 posti di lavoro riporta d’attualità un tema che certe narrazioni ottimistiche tendevano a dimenticare: il lavoro. La crisi non se ne vuole andare. Ci sono settori come l’edilizia che, solo negli ultimi due anni, hanno fatto registrare la perdita di oltre duemila posti di lavoro, passando da quasi 12mila iscritti alla Cassa Edile ai 9.600 iscritti di quest’anno. Altri 60 posti si sono persi nel porfido. Sembra un fiume in piena. La lista delle imprese che hanno chiuso o ridotto nell’ultimo anno o anno e mezzo è lunghissima. Con la chiusura della Gallox di Rovereto a inizio anno, si sono persi 117 posti di lavoro. Sempre ad inizio 2016 sono stati licenziati i 78 dipendenti della Malgara di Avio. Più recenti le vicissitudini della Ariston di Rovereto che sono costate il lavoro a 45 persone. In agosto la Marangoni ha licenziato 36 dipendenti. Restano 30 esuberi che dovranno essere gestiti con i contratti di solidarietà e tutte le forme di ammortizzatori sociali, ma si sta per aprire la «grana» del reparto gomme piene, con 20 lavoratori, che potrebbe chiudere i battenti per essere trasferito all’estero. Alla Adler , ci sono stati 9 esuberi. Nell’ottobre 2015, ha chiuso la Vescovi Cucine di Villa Lagarina lasciando a casa 21 dipendenti. Passando a Trento, come non citare la Whirlpool, chiusa ancora nel 2014, ma la cui cessazione ha dispiegato i suoi effetti ancora nel 2016, con il licenziamento degli ultimi dipendenti. In edilizia, tra chiusure e riduzioni si siano perso centinaia di posti di lavoro. La chiusura della Eredi Grisotto, ha lasciato a casa 21 dipendenti, con la chiusura della Jobstraibitzer hanno perso il posto 40 lavoratori, a casa anche i 57 dipendenti della Log Engineering, un’azienda considerata moderna e innovativa nel settore della costruzioni in legno che ha chiuso all’improvviso. Nello stesso settore hanno chiuso o ridotto la Storo Legno, con 15 posti di lavoro persi, la Trentino Legno, a casa in 40, la Master legno, persi 20 posti, la Legno case, altri 40 senza lavoro, la Silvelox, che ha ridotto ancora lasciando a casa una quarantina di persone, la Tassullo, la cui crisi ha già lasciato a casa 40 persone, l’Italcementi, persi 25 posti, la Buzzi Unicem, in 40 a casa. La Pasquazzo ha mandato a casa 51 lavoratori ancora nel 2015. Complessa la vicenda della cooperativa Btd del Primiero, sulla cui messa in liquidazione indaga anche la Procura. Hanno perso il posto in 30. Altri 15 lavoratori hanno perso il lavoro con la chiusura della Zanghellini Asfalti.













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