In tribunale diminuiscono le cause civili

L’avvocato Radice: «I costi sono aumentati, la gente rinuncia». Sartori (Camere civili): «Giustizia, situazione preoccupante»


di Giuliano Lott


TRENTO. Anche i cittadini hanno adottato la propria “spending review”: ora fanno a meno di beni e servizi considerati superflui o “di lusso”. E tra questi c'è la giustizia: i dati confermano che a livello nazionale si è registrato un importante calo delle cause civili, un trend che ha coinvolto anche il Trentino. Per gli avvocati è un momento difficile, ma soprattutto per chi deve saldare il loro onorario. Andrea Radice, avvocato e a lungo presidente delle Camere civili a Trento, conferma a sua volta il calo delle cause. «Ci sono molte ragioni. Sono aumentati gli avvocati: oggi a dividersi la torta sono in tanti. Quando mi sono iscritto all'Ordine, nel 1985, i legali del Foro di Trento erano 180. Ora sono circa 800, ma la popolazione è aumentata di pochissimo». Se il numero totale degli avvocati spiega perché fare il legale sia meno redditizio di un tempo, il secondo tema sollevato da Radice è ancora più esplicito: «Sono aumentati i costi della giustizia, per contributi unificati e imposte di registro fare causa oggi ha costi molto più elevati, e se da un lato ciò scoraggia anche molte cause inutili, gravare in questo modo l'accesso alla giustizia è un danno per il cittadino». Altro argomento pesante. L'introduzione della media conciliazione: «La mediazione obbligatoria ha anch'essa dei costi, ma non è una scelta del cliente: c'è l'obbligo di tentare, prima di fare causa, un accordo con la controparte, in tempi brevi. La percentuale di accordi, nei tentativi di mediazione, è rimasta molto bassa, la soddisfazione del cittadino altrettanto, mentre i costi sono comunque elevati». Argomenti su cui converge anche Marco Sartori, l'avvocato roveretano che da poco meno di un anno è presidente delle Camere civili. E poi c'è il problema dei costi: avviare una causa «oggi costa cinque volte di più rispetto a 5 anni fa - spiega Sartori - e nei costi una mediazione non si discosta molto da una tradizionale causa. Tra l'altro, queste somme ricavate da bolli e imposte non vanno alla giustizia, che ha sempre un bilancio irrisorio. Basti pensare che la somma investita per la giustizia in Italia è più bassa di tutti gli altri comparti. E poi in principio i mediatori dovevano avere un profilo elevato e frequentare corsi di formazione seri. Ma in seguito il ruolo è stato aperto ex lege ad altre professioni, senza la necessità di una formazione specifica. In 33 anni di attività non ho mai visto una situazione così preoccupante. In un contesto di grande disprezzo per la giustizia, i fatti politici degli ultimi anni le hanno tolto ulteriore fiducia, riducendola a una rissa tra le parti». Per fortuna, dice Sartori, la magistratura è spesso formata da persone capaci, ma i tempi della giustizia rimangono lunghi. Quanto al numero degli avvocati, Sartori ammette: «E' stata una politica irragionevole del nostro Ordine, ma ora lo Stato, dopo 25 anni, ha deciso di tornare all'antico, ammettendo per l'esame da avvocato solo codici non commentati e rendendo così più severo l'accesso alla professione».













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