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Il Parco Adamello Brenta analizza i suoi ghiacciai

Il ritiro, il rischio crolli, il degrado del ghiaccio. Ferrazza: "Abbiamo l'obbligo di agire". Il docente: "Centrale è l'acqua, che si infiltra tra le rocce causando fratture e detriti"



TRENTO. Proseguirà fino al 2024 il progetto che prevede la realizzazione di una carta geomorfologica del geoparco Adamello Brenta. L'iniziativa è stata presentata in occasione del secondo incontro del ciclo «Giornate dei ghiacciai», promosso dalla cabina di regia delle aree protette e dei ghiacciai. Prevede la realizzazione di un database geomorfologico per conoscere il territorio del parco e comprenderne l’evoluzione. Sono già stati realizzati alcuni prodotti preliminari, tra cui un saggio cartografico sulla zona del Pian dela Nana e sul lago di Tovel.

Nel corso della serata si è parlato anche dell’evoluzione dei paesaggi di alta montagna e dei paesaggi periglaciali. «Un agente del cambiamento molto importante, assieme alla forza di gravità, è il ciclo del gelo e del disgelo, di cui è protagonista l'acqua - ha spiegato Alberto Carton, docente all'università di Padova - che, infiltrandosi fra le rocce e poi ghiacciando, genera fratture e detriti che poi si accumulano sui versanti delle montagne e ai loro piedi. Altri fattori di cambiamento sono i movimenti di ghiaccio, rock glacier e permafrost presenti nel suolo».

Per il professore «l’evoluzione del paesaggio periglaciale è meno problematica quando interessa solo gli ambienti naturali, mentre se interessa anche zone antropizzate (ad esempio dove ci sono strade) può presentare problemi di gestione. Quanto ai crolli di grandi pareti, in periodi estivi, hanno mostrato come eventi del genere siano dovuti ancora una volta al degrado del ghiaccio presente nella roccia in forma di permafrost».

Il presidente del parco Walter Ferrazza ha sottolineato l’importanza della riflessione proposta, a un anno dalla tragedia in Marmolada: «Il mondo sta cambiando. Siamo qui per imparare e per insegnare cosa è possibile fare. Il fatto che i nostri figli non vedranno quello che abbiamo visto noi, sul piano ecologico, ambientale, paesaggistico, è un pensiero incredibile. Abbiamo l'obbligo di affrontare questa prospettiva e di trasmettere alle nuove generazioni validi strumenti per una corretta gestione del territorio».

Era presente anche l'assessore provinciale al turismo, Roberto Failoni, il quale ha auspicato che «in queste giornate più che allarmismi possano uscire consigli».

 













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