Il Museo Civico è anticrisi: in arrivo 11 assunzioni fisse

Contratti part-time, ma a tempo indeterminato per 4 diverse figure professionali In 60 hanno presentato domanda al concorso: 45 sono stati ammessi agli esami


di Paolo Tagliente


ROVERETO. Assunzione. Una parola che in Italia, almeno nell'accezione relativa al lavoro, sembra praticamente sparita. Per questo, la scelta del Museo Civico di Rovereto di assumere undici persone a tempo indeterminato è una notizia che ha davvero del clamoroso. E senza dubbio rappresenta anche un messaggio positivo per i giovani e per l'economia locale. Il concorso pubblico per titoli ed esami è stato pubblicato nelle scorse settimane e le iscrizioni, apertesi il 28 marzo, si sono chiuse il 28 aprile scorso: 3 i posti per ricercatore in botanica, scienza della terra e beni culturali, storico, archeologici, un posto per ricercatore in scienze naturali; due per ricercatore in scienze naturali e beni storico-artistici e 5 per operatore didattico. Sessanta i giovani che hanno presentato domanda, 45 quelli che le commissioni appositamente istituite dalla fondazione hanno ritenuto avessero i requisiti per poter accedere agli esami che prenderanno in via nei prossimi giorni con un calendario che varia a seconda delle varie figure professionali. «Si tratta di contratti part time – chiarisce il direttore del museo Franco Finotti – ma abbiamo deciso di percorrere questa strada per far lavorare più persone piuttosto che garantire un contratto a tempo pieno a poche persone e tenere le altre in precariato». Scelta che non toglie affatto valore alle assunzioni, ma anzi rende merito alla sensibilità mostrata dalla storica istituzione che, di fronte alla scelta di non assumere nessuno o di assumere undici persone con contratti legati a quelli delle turismo e commercio, ha scelto la seconda opzione. «Ci rendiamo conto che gli stipendi non saranno altissimi – continua Finotti – ma comunque dignitosi e sicuri. In questo momento, in cui vige il blocco delle assunzioni, sarebbe stato impossibile pensare di “agganciare” i contratti a quelli del Comune. Discorso, questo, che vale anche per il contratto del direttore, intendiamoci». Al di là di tutto, però, gli undici nuovi contratti sono il segnale più eloquente che il museo gode di buona salute e rappresentano un'iniezione di fiducia e un ottimo esempio per altre istituzioni e privati. «Proprio così – conclude - e conferma la fondatezza di ciò che vado dicendo da anni e cioè che il museo è un'istituzione sana, profondamente radicata nella città e costantemente proiettata verso il futuro». Terminate le prove e valutati gli esiti, negli ultimi giorni del mese il presidente del museo Giulia Fiorini provvederà all'assegnazione delle nomine.

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