scienza e tecnologia

Il Muse diventa extralarge grazie a una «app» trentina

Tutta trentina l’invenzione che offre nuove e avanzati contenuti


di Luca Pianesi


[[(Video) Il Muse diventa "extralarge" grazie all'iPad]]

TRENTO. Il Muse, da oggi, è ancora più grande grazie a una nuova app, di produzione tutta "trentina", che permette di usufruire, con un semplice iPad, in tempo reale, mentre si percorrono le diverse sale del museo, di nuovi contenuti multimediali, di approfondimenti video e gallerie di immagini in 3D. In una parola di quella che in gergo viene definita la "realtà aumentata" che trasforma ogni oggetto esposto nelle teche o nelle vetrine della mostra in qualcosa di "vivo" e interagente con lo spettatore.

Ed è così che "puntando" l'iPad verso lo scheletro di un triceratopo sullo schermo il dinosauro riprende la sua forma originaria e può essere ammirato immerso nel suo habitat grazie a una perfetta ricostruzione in tre dimensioni. Con un semplice click, poi, il visitatore può far partire, sul suo supporto, video e interviste o aprire dei testi che spiegano in dettaglio ogni segreto del grosso erbivoro vissuto nel tardo cretaceo. "Ma non è tutto - ha spiegato il presidente del Muse Marco Andreatta, ieri, durante la presentazione della app - perché grazie a questo nuovissimo strumento si creerà anche una sorta di "diario di bordo" della visita.

[[(Video) Un anno di Muse: il video di una storia di successo]]

L'utente del nostro museo, quindi, ovviamente solo se vorrà e se autorizzerà questo servizio, potrà ricevere a casa sua, tramite mail, il resoconto di quanto ammirato durante la visita e ottenere ulteriori approfondimenti e contenuti. In questo modo la sua esperienza al Muse potrà protrarsi anche fuori dalle mura del nostro edificio". La app (che si chiama Explora Muse) è nata grazie alla collaborazione di Trento Rise, Museo delle Scienze e Graffiti, un'azienda trentina che si occupa di creare strumenti e prodotti multimediali, e ha avuto oltre un anno di gestazione. "Prima di arrivare all'attuale applicazione - ha detto la project manager di Graffiti Elisa Coluccia - abbiamo creato 44 versioni diverse di software e per 3 volte abbiamo completamente rinnovato il progetto.

La app permette agli utenti di seguire un percorso standard, facendosi guidare dall'iPad, oppure di spostarsi liberamente dentro il museo: grazie alla tecnologia Blutooth e a dei trasmettitori, detti Beacon, posizionati in ogni installazione museale, infatti, al visitatore basterà avvicinarsi alle teche per ottenere i contenuti extra sull'iPad. A seconda dei "mi piace" che lo spettatore cliccherà sul suo strumento e del tempo di permanenza presso le diverse installazioni, poi, lo stesso museo potrà capire cosa viene ritenuto più interessante, su quali aspetti puntare e dove migliorare".













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