il caso

Il guano sull’ex Casa del Fascio, il consigliere Tomasi chiede di pulirlo

Presentata un’interrogazione al Consiglio comunale di Trento. L’edificio fu progettato dall'architetto Giovanni Lorenzi ed inaugurato nel 1938 


Claudio Libera


TRENTO. Il guano dei colombi che ricopre l’ex Casa del Fascio di Piazza Venezia, a Trento, sarebbe un problema per il decoro del centro storico, tanto che il consigliere comunale di “Trento al centro” Renato Tomasi ha inoltrato al presidente del Consiglio comunale un’interrogazione a risposta orale per conoscere da sindaco e giunta «di chi sia la proprietà del palazzo ed a chi spetta la manutenzione e la pulizia per rendere decoroso sia il palazzo che la piazza intera e ovviamente fare pressione perché se ne prendano cura».
«L’immagine della statua appoggiata alla facciata è un pugno nello stomaco di tutti quelli che passando in piazza Venezia alzano gli occhi sul palazzo», ha aggiunto Tomasi riferendosi alla statua del legionario, costruita in pietra rossa del Trentino e che occupa la facciata principale del palazzo. 

La Casa del Fascio, conosciuta anche come Casa Littoria, fu progettata dall'architetto Giovanni Lorenzi ed inaugurata nel 1938. L’edificio era la sede locale del Partito Nazionale Fascista e oggi ospita l'Avvocatura distrettuale dello Stato di Trento.
Alla base della torre è presente un altorilievo raffigurante un legionario che fa il saluto romano con la mano destra mentre nella sinistra tiene un fucile ed una vanga, simboli di guerra e lavoro. Sopra al legionario un piccolo balcone, dal quale vengono esposte le bandiere, decorato con due vittorie sui lati ed un'aquila al centro. Dopo l’8 settembre 1943, quando le province di Bolzano, Trento e Belluno furono occupate dalla Germania nazista e venne istituita la Zona d'operazioni delle Prealpi, l'iscrizione Casa Littoria posta sulla facciata fu sostituita con Standortkommandantur (comando amministrativo della guarnigione). La scritta fu poi rimossa alla fine del secondo conflitto mondiale. 













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