Il geometra vulcanico fra Irpinia e frane

TRENTO. Ha chiesto un appuntamento al sindaco di Roveré della Luna, ma una volta entrato nell’ufficio del Comune, ha iniziato ad offendere il primo cittadino e poi gli ha messo le mani attorno al...



TRENTO. Ha chiesto un appuntamento al sindaco di Roveré della Luna, ma una volta entrato nell’ufficio del Comune, ha iniziato ad offendere il primo cittadino e poi gli ha messo le mani attorno al collo. Un’aggressione che è costata al vulcanico geometra Luciano Zini, 76 anni, l’arresto (è ai domiciliari) per violenza privata e lesioni personali. È successo tutto in pochi minuti, verso le 11 di ieri nell’ufficio del sindaco di Roveré, Luca Ferrari. Che è riuscito a togliere dal suo collo le mani di Zini e a chiedere aiuto ai carabinieri che hanno fermato Zini che poi, su decisione del pm di turno, Pasquale Profiti, è stato portato a casa, agli arresti domiciliari. Quando i militari della stazione di Roveré sono entrati nel palazzo del Comune hanno sentito distintamente le voce di Zini che continuava ad attaccare pesantemente il sindaco. La ragione di questa esplosione di rabbia pare sia legata a un fallimento che coinvolge un’impresa di Zini, fallimento che vede, nel comitato dei creditori anche il Comune di Roverè per tasse e tributi comunali che non sarebbero stati pagati dall’imprenditore. E il sindaco è il rappresentante dell’amministrazione. Quindi l’appuntamento che era stato fissato, disdetto, riprogrammato, non aveva a che fare con l’attività amministrativa e in ogni caso Luca Ferrari non avrebbe potuto fare nulla in merito alle rimostranze di Zini. Che non ha dato al primo cittadino la possibilità di parlare. In base a quello che ha raccontato in procura e ai carabinieri, Zini avrebbe iniziato a offendere il sindaco appena entrato nell’ufficio per finire poi con l’aggressione fisica, con quelle mani al collo. Accuse pesanti dalle quali Zini potrà difendersi davanti al giudice.

Luciano Zini è un personaggio molto noto, un imprenditore che è stato anche protagonista di lunghe battaglie giudiziarie. La più nota, quella legata alla «Industrie case prefabbricate» (Incap), la sua società travolta dal fallimento perché non era riuscita ad incassare le commesse per i lavori di ricostruzione nell'Irpinia devastata dal terremoto. Lavori perfettamente eseguiti ma al momento dell'incasso, burocrazia e controversie hanno fatto slittare in continuazione le scadenze dei pagamenti. Alla fine Zini era riuscito a vedersi riconoscere le sue ragioni e il tribunale aveva deciso che poteva esigere dal comune campano tre miliardi e mezzo di lire. E per farsi pagare ha anche tentato la via del pignoramento della macchina dell’allora (era il 1991) ministro Nicola Capria. Zini, inolgtre, è noto alle cronache anche per essere stato denunciato nel 2000 perché era rimasto chiuso in casa nei 5 giorni di evacuazione generale a Roveré decisi in seguito ad un’imponente frana. Per il geometra Zini (che si era conquistato il «titolo» di azzeccagarbugli) un’evacuazione inutile e quindi era rimasto tappato in casa













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