Marcialonga

Il cuoco, lo spazzacamino e la mamma

Debertolis: «Forse smetto, lascio il testimone a Brigadoi». E la prima italiana è la fiemmese Roberta Tarter


di Maurizio Di Giangiacomo


CAVALESE. Quello di Bruno Debertolis è un signor ventesimo posto: Giorgio Di Centa l’anno scorso era arrivato 26esimo; il primierotto è giunto sì oltre 2 minuti dopo Gjerdalen, ma si è messo dietro gente del calibro di Jørgen Aukland. «Ed è stata la gara di questa lunghezza disputata al ritmo più alto che io abbia mai visto – dice il 37enne di Transacqua del Team Xcalibur, cuoco della Guardia di Finanza a Passo Rolle – Io più di così non posso dare. Sono soddisfatto di questo piazzamento, voluto con la determinazione di chi vuole dimostrare che ci sono anche gli italiani, anche per premiare gli sforzi degli organizzatori, che quest’anno hanno fatto davvero un miracolo mettendo assieme 70 chilometri di pista. Questa è una gara che mi spinge a dare davvero tutto, la Marcialonga è un’emozione particolare, ma quest’anno tagliando il traguardo ho provato qualcosa di diverso, potrebbe essere l’ultima Marcialonga: devo pensarci bene, ma ho l’impressione che potrei anche lasciare l’agonismo».

E mentre ci pensa, Bruno ha già individuato il suo erede: Mauro Brigadoi, 26esimo a poco più di 5 minuti dal vincitore alla sua prima Marcialonga. «È andata benissimo, perché non avevo esperienze in gare di questo genere – spiega il 24enne fiemmese del Team Futura – È un punto di partenza, voglio proseguire sulla strada che ho intrapreso dopo il mancato arruolamento da parte di un gruppo sportivo militare. Adesso lavoro, l’estate scorsa ho fatto il giardiniere e lo spazzacamino: allenarmi è un sacrificio ma così la soddisfazione è ancora più grande. Raccogliere il testimone da Bruno? Lo farei molto volentieri, proprio perché lui è uno che di sacrifici ne ha fatti davvero tanti, dedicando anima e corpo allo sport e ottenendo grandi risultati».

Fiemmese, è anche la prima italiana della 43esima Marcialonga, Roberta Tarter, maestra di sci e mamma di Castello di Fiemme (i figli hanno partecipato a Mini e Young), al traguardo in 4 ore 12 minuti a 44 secondi. «Io ho sciolinato, perché sono fatta all’antica – dice la portacolori della Stella Alpina di Carano, seconda l’anno scorso nella combinata con la Cycling e la Running – È stata la mia settima Marcialonga, difficile perché ho trovato tanti tipi di neve, ma essere la prima italiana è una soddisfazione che inseguivo da tempo».

E poi ha rifilato 20 minuti al marito Vincenzo Varesco!

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