il furto

I ladri colpiscono a casa del regista Luca Dal Bosco

Era a cena quando gli sono arrivati gli sms che lo avvisavano dei prelievi fatti con le sue carte: 1000 euro. «I ladri hanno portato via anche le monetine»



TRENTO. Era uscito solo per andare a cena a casa di amici con la sua campagna «e per questo - spiega - non mi ero portato dietro il mio zainetto dove tengo carta di credito, bancomat, la patente e l’iPad». A posteriori un errore. Sì perché verso le 22.30 arriva il primo sms sul cellulare che lo avverte di un tentativo (fallito) di prelievo ad uno sportello bancomat. La carta era certamente la sua ma lui era seduto a tavola e non davanti ad uno sportello. Quindi un altro messaggio, sempre di rifiuto ad un prelievo. «E poi nei giro di un minuto o poco più - racconta - altri due sms che mi informavano che c’erano stati due prelievi da 500 euro dalla mia carta di credito». È così che Luca Dal Bosco, noto film-maker trentino ha scoperto che la sua casa in Bolghera era stata visitata dai ladri. «Quando sono arrivato nel mio appartamento - racconta - era naturalmente troppo tardi, ma l’istinto è stato quello di andare subito a vedere. I ladri se ne stavano già in giro per la città: mi sono arrivati ben nove messaggi di avviso di tentativi di prelievo. Di cui due sono andati a buon fine. Purtroppo».

Nella casa i delinquenti sono riusciti ad entrare forzando la finestra della camera della figlia della coppia. «Camera nella quale avevamo lasciato accesa l’abat jour e naturalmente chiuso la finestra. Le tapparelle no, quelle non le avevamo chiuse» spiega Dal Bosco. Una volta dentro i ladri hanno cercato gli oggetti che potevano portare via agevolmente. «Hanno preso i computer - racconta il regista - e i soldi che c’erano in casa. Compreso il barattolo del caffè Illy dove mettevo tutta le monete che mi capitava di trovarmi addosso. Poi se ne sono andati e hanno iniziato a cercare di fare i prelievi». E per riavere i mille euro presi al bancomat tramite la carta di credito, si è già rivolto ad un avvocato. «Sì perché tocca a me dimostrare di esser stato derubato. E poi mi chiedo - dice - come sono riusciti a fare i prelievi. Io il pin di quella carta non lo so e tutte le carte sono in un luogo diverso da casa mia. I ladri non possono averlo visto durante il furto». E infine una riflessione su quanto gli è successo. «È la prima volta che vengo derubato - commenta - nonostante il disagio e la sensazione di impotenza non nutro alcun sentimento di odio nè tantomeno sparerei a chi mi ha derubato. Leggo in questo periodo tanti messaggi in questo senso, ma un pensiero simile non mi appartiene. I ladri ci sono sempre stati e sempre ci saranno, ma certi commenti mi appaiono esagerati. Certo c’è bisogno di maggior sicurezza ma al tempo stesso certe esagerazioni, certi pensieri non possono certamente trovarmi d’accordo».

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