I combattenti roveretani: «Ci spinge la passione»

All’inaugurazione della palestra del top-fighter Davide Morini molti dei circa venti lottatori lagarini che si allenano alla lotta estrema nelle «gabbie»


di Giuliano Lott


ROVERETO. Un miglior debutto era difficile da immaginare per la palestra Kratos, inaugurata ieri pomerigio in via Trieste al civico 40/b. Al rinfresco per il nuovo “dojo” di arti marziali c’erano una sessantina tra atleti e amici - tra cui anche il comandante Marco D’Arcangelo, che ha voluto salutare l’allenatore di autodifesa degli agenti di polizia municipale. Il nome di Davide Morini, per chi è pratico del settore, è al tempo stesso un’autorità e una garanzia di serietà. E’ proprio la reputazione del forte fighter milanese, trasferitosi da qualche anno in un maso a Ondertol, che ha attirato una ventina di lagarini appassionati di arti marziali. Tra loro c’è Daniele Cimonetti, 34 anni di Mori, che nella vita di tutti i giorni fa il geometra. «Ho iniziato circa 12 anni fa a praticare Yoseikan Budo, non prestissimo purtroppo, e da allora ho iniziato ad allenarmi con una certa costanza. Con il tempo ho preso a frequentare la palestra Davide Morini, che all’epoca insegnava a Milano, e l’ho seguito fino a quando ha aperto la sua prima palestra in Vallagarina». Pura passione per le arti marziali? «Sì, mi piace scoprire i miei limiti e imparare a superarli con l’allenamento, che non è solo una questione fisica, ma soprattutto mentale. Lavorando bene si acquisisce una grande conoscenza di sè. Superato un ostacolo, si apre un nuovo mondo di sfide, e se si prosegue, la ricerca non finisce mai. Credo sia questo il fascino delle arti marziali».

Poco lontano, Daniele Pedica arriva con la figlioletta per mano e il cane al guinzaglio. In apparenza è una persona pacifica. Alle spalle però ha una piccola carriera da kick-boxer. «Dopo nove anni di calcio, ho iniziato con il kick boxing. Mio padre insegnava arti marziali, sono stato favorito in questo, ma non mi ha mai spinto, è stata una scelta mia. Da ragazzo ho fatto parecchie gare, ora vengo ad allenarmi qui, seguo Morini da quando è arrivato in Trentino. E’ un personaggio di grande carisma e ha molto da insegnare a tutti noi. Non è geloso di ciò che impara, anzi quando comprende una tecnica nuova ha piacere di insegnarcela». Pedica ha 35 anni, vive a Ravazzone ma è roveretano. Nella vita quotidiana fa l’imprenditore, è cotitolare di un negozio di autoricambi in via Maioliche. «Da giovani è più facile, c’è più tempo libero e trovare gli spazi per allenarsi non è un problema. Con gli anni, la vita diventa più complicata e anche i tempi si riducono. Se faccio gare? No, ho già dato in gioventù». Ora si cimenta con la Mma, la Mixed martial arts, la lotta nelle gabbie? «Sta scherzando? - dice con un sorriso guardando la sua bimba - Ormai tengo famiglia». Attorno al “dojo” della palestra Kratos è tutto un pullulare di lottatori e atleti tautatissimi, alcuni arrivati da Milano, dove Morini continua a insegnare. In un angolo, con la faccia seria, c’è un giovane con la sua fidanzata. «Quello lì nelle gabbie va forte» ci indicano alcuni atleti. Lui si schermisce sorridendo. «Ma no, in combattimento si vince e si perde. L’importante è capire il perché si perde. Dopo una sconfitta c’è chi si abbatte, io torno ad allenarmi più di prima» dice Eugenij Borsci, russo di origine ma roveretano da nove anni. « Perché mi piace la Mma? Non saprei, ho iniziato con la boxe in Russia, da ragazzino. Forse perché combattere nelle gabbie dà un’adrenalina, un’emozione che negli allenamenti non c’è».













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