Giudicarie, la repubblica delle donne

Viaggio in una realtà territoriale complessa dal punto di vista geografico ma non solo, nella quale le "quote rosa" si fanno sentire


Luigino Mattei


Tra tutte le valli della nostra provincia le Giudicarie danno l’idea di maggiore separatezza dal capoluogo (e quindi dal flusso economico e culturale che il capoluogo assicura).
Non tanto per i chilometri (un’ora e un quarto è più che sufficiente anche a una corriera a compiere il tragitto Trento-Tione), ma per la sua direzione parallela alla val d’Adige, alla quale sembra voler girare le spalle, e quasi indifferente come fosse sdraiata su un’amaca, unica a vedere le proprie acque gettarsi col Sarca e col Chiese rispettivamente nei laghi di Garda e d’Idro, cioè in acque dolci del Lombardo Veneto anziché incanalarle sulla direttrice atesina o quella del Brenta verso le salate lagune dell’Adriatico.
Chiacchierando si colgono altre differenze rispetto alle altre valli:
1. la durezza del dialetto, quasi incomprensibile anche se nobilitato nelle poesie di Nino Scaglia e di Aldo Salvadei. Ora poi i giovani faticano a tenere insieme perfino la N finale di Tión troncandola in Tió’, come Musón (patronimico di Mario Antolini, vate della valle) troncato in Musó’;
2. la tripartizione tra Rendena da una parte, Busa di Tione e Valli di Bono e del Chiese (che compongono le Giudicarie Interiori) e infine le Giudicarie Esteriori (Lomaso, Bleggio, Banale): tre realtà faticosamente tenute insieme sul piano dell’amministrazione pubblica, ma economicamente pigmentate in felice equilibrio tra turismo a nord di Tione, ubertosa campagna nelle Esteriori e traffico industriale verso Ponte Caffaro;
3. l’antica invenzione dei parolòti e dei molète emigranti stagionali che hanno dato ossigeno anche a coloro che stavano di guardia ai magri raccolti in valle; senza contare le rimesse di coloro che varcavano definitivamente i confini, a volte sistemandosi in Inghilterra e negli Stati Uniti;
4. due centri d’attrazione sostenuti dai regnanti del momento: da Cecco Beppe il grande albergo Österreicher di Madonna di Campiglio, dalla Provincia autonoma più recentemente le Terme di Comano;
5. le industrie bisognose di manodopera allocate qui in gran parte dal bresciano, specie nell’area di Storo e Darzo;
6. le seconde case, invece, sorgono sull’entusiasmo di frotte di gente urbanizzata che viene qui da tutta Italia per ritrovare l’amenità di luoghi non troppo urbanizzati.
Questo viavai che contraddistingue le Giudicarie si riflette su una dimensione policentrica assunta dalle stesse famiglie. Per esempio Mario Antolini, poligrafo cantore delle Giudicarie, storico corrispondente dell’”Alto Adige”, è uno che dopo l’apprendistato a Torino ha fatto otto anni di Giappone; suo figlio Flavio ne ha fatti tre di volontariato in Venezuela portandosi qui la moglie venezuelana.
Luisa Pedretti Romeri, intelligente motore del Gruppo Donne Rendena, ha una figlia che insegna all’Università di Caen in Normandia dove vive col marito brasiliano conosciuto all’Università di Padova, docente di filosofia a Belo Horizonte. Un altro suo figlio vive e lavora a Detroit (USA).
La capacità che ha questa associazione di donne di spaziare oltre l’orto di casa è documentata da decine di iniziative che toccano l’interesse della gente e la muove a partecipare. Nata con una raccolta di firme (vincente) per spostare dalla sponda sinistra alla sponda destra del Sarca la ciclabile progettata dalla Provincia, spazia da anni in convegni di grande qualità come “La classe dirigente del Trentino” o come quello, conclusosi ieri, sui “Piccoli Comuni, un’anomalia del Trentino”.
Nel campo dell’unificazione dei piccoli Comuni, o di forme consorziali integrative, le Giudicarie hanno già dato il buon esempio riconoscendo in Comano il punto centripeto di due ex comuni: Bleggio Inferiore e Lomaso. Può succedere che da questo convegno prenda corpo la semplificazione dei 12 comuni della Rendena, forse troppi per 9.000 abitanti. Un segnale per i 217 Comuni che ancora si dividono i cinquecentomila abitanti del Trentino.
Nelle Giudicarie sono spesso le donne a guidare delle danze. Alla presidenza della Comunità territoriale che raggruppa i 39 Comuni è una giovanissima Patrizia Ballardini che ha saputo tenere il timone da sola in acque burrascose. E a Tione scrutano curiosi le impennate di Margherita Cogo, già sindaco e ora assessore a Trento dove di tanto in tanto si segnala per volere fare di testa propria.
Se vuoi incontrare gente di spessore è a casa di Luisa Romeri che puoi incontrare Paolo Monelli invitato per salvare il Carè Alto dalla funivia. Ed è alla ca’ da mónt delle sorelle Antolini che puoi incontrare radicali de finesse come l’avvocato Sandro Canestrini e Ulisse Marzatico. Misteriosamente ancora nubili, visto il temperamento assolutamente intrigante: Carmen “signora dei libri” più che padrona della sua libreria, Luciana prima donna trentina a mettere in piedi uno studio di commercialista (importante), la sognante Giovanna in prima linea per tutte le buone battaglie, soprattutto di Italia Nostra. È quasi inevitabile che uno si senta intimorito...













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