Fondo sanitario, l’addio di Confindustria
Mazzalai: aumentare il costo del lavoro allontana la ripresa. Riparliamone dopo la crisi. Pacher e Rossi informati della decisione
TRENTO. In una fase di crisi non si gravano le imprese di nuovi oneri. Soprattutto quando tutti, dalla Bce al governo, denunciano l'elevato costo del lavoro come uno dei maggiori ostacoli per la ripresa. Per questa ragione Confindustria Trento non aderirà alla costituzione del progettato fondo sanitario integrativo territoriale. “Non è l'iniziativa in sé che ci vede contrari, ma il momento” spiega Paolo Mazzalai “La recessione è in una fase drammatica. Le iniziative pensate uno o due anni or sono vanno messe a confronto con la realtà di oggi, non di ieri. Ho la sensazione che non ci si renda conto della situazione: le aziende, semplicemente, non se lo possono permettere”.
La decisione è stata presa all'unanimità lunedì scorso dalla giunta di Palazzo Stella e ieri è stata comunicata al presidente Pacher ed all'assessore Rossi. Lunedì prossimo, all'appuntamento per la costituzione del fondo regionale, davanti al notaio Dolzani gli industriali non ci saranno.
Una posizione secca, presidente Mazzalai, che vi procurerà una raffica di critiche.
Ci preoccupano i conti delle aziende, non le critiche. E' una decisione che non abbiamo preso a cuor leggero. Cerco di spiegarmi: il progetto, discusso anche nel Coordinamento imprenditori, era nato un paio d'anni fa e nel giugno 2012 abbiamo sottoscritto un protocollo. L'idea, in poche parole, era di costituire un fondo sanitario integrativo, con sede a Trento, le cui risorse sarebbero rimaste in regione con l'obiettivo di garantire prestazioni aggiuntive a quelle erogate dal servizio sanitario pubblico. La Provincia è decisa a far aderire i suoi 20 mila dipendenti, gli altri enti pubblici i loro, così i contratti privati. E' un progetto che, inevitabilmente, comporterà dei costi.
I costi, il punto dolente...
Macché dolente, oggi è l'ostacolo insuperabile. Sembra quasi che la Subaru prima e la Whirlpool poi abbiano deciso di andarsene non per questo, ma perché non gradivano più l'aria di montagna. Chi lo pensa si nasconde la verità e non si prepara al domani. Tornano al fondo, abbiamo stimato che l'adesione costerà all'industria mediamente poco più di 120 euro l'anno per addetto. Dico mediamente perché per il contratto dei chimici – Manica, Zobele, Aquafil.. - il costo sale a 252 euro. Chiarisco: per i contratti che già versano ai vari fondi integrativi nazionali, si tratterà di trasferire i versamenti al fondo territoriale ed in questo caso non ci saranno costi aggiuntivi. Tuttavia, l'iniziativa regionale sarà fortemente sostenuta dall'ente pubblico e dai sindacati che spingeranno per nuove adesioni. Ebbene, tutto ciò diverrà un costo aggiuntivo.
Ci saranno, però, vantaggi per la fiscalità provinciale.
Chissà, è bastato un decreto del governo Monti per ridimensionare l'illusione dei nove decimi... Ma, insisto, la considerazione centrale è un'altra: Bruxelles ed il governo Letta dicono che è l'elevato costo del lavoro l'ostacolo che impedisce la ripresa in Italia. Il Trentino, invece, vuole aumentarlo. E' insensato, controproducente e intempestivo. Non so se sia il clima preelettorale a creare tutta questa fretta. Confindustria Trento chiede che si sospenda il progetto. Se ne riparlerà quando saremo usciti dalla palude recessiva.
Posizione isolata la vostra...
Mi risulta che l'Associazione industriali di Bolzano condivida la nostra analisi, per il resto non so. Una considerazione sul costo del lavoro del pubblico impiego, però, la faccio: si stima che l'adesione al fondo, sinora non prevista dal contratto, peserà attorno ai 4 milioni l'anno. Non mi pare che si vada nella direzione del contenimento dei costi.”
La salute, tuttavia, è un bene primario.
Certamente sì. In Trentino, tuttavia, le prestazioni del servizio sanitario pubblico sono eccellenti e già costano oltre un terzo del bilancio provinciale. Qui, per merito di chi se ne occupa, la sanità non costituisce un'emergenza. Su questo punto credo che convenga anche l'assessore Rossi. Il fondo è un bel progetto: riparliamone quando saremo fuori dalla crisi.
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