giustizia tributaria

Fisco, contenziosi per 41 milioni di euro

La maggioranza dei ricorsi su Irap, Ici, esterovestizione. Nel 2015 l’Agenzia delle Entrate ha recuperato 67 milioni


di Mara Deimichei


TRENTO. Irap, Ici (con riferimento ai contenziosi sulle rendite catastali delle centrali idroelettriche) ed esterovestizione. Queste le «ragioni» della quota maggioritaria delle cause che sono arrivate nello scorso anno sul tavoli delle commissioni tributarie di primo e secondo grado trentine. Con un valore delle cause in crescita. Nel 2015 i 409 ricorsi presentati alla commissione di primo grado hanno riguardato imposte del valore (al netto delle sanzioni e degli interessi) di oltre 41 milioni di euro. E i 447 ricorsi definiti hanno riguardato imposte per quasi 33 milioni di euro. Numeri importanti per il valore, ma che fanno registrare anche un calo dei ricorsi presentati.

A fornire numeri a analisi è stato - ieri all’inaugurazione dell’anno giudiziario della giustizia tributaria - il presidente Corrado Pascucci. Che è tornato sul rapporto fra contenziosi fiscali e crisi economica. Una crisi, ha detto, «che ha costretto ad imporre maggiori tasse ed imposte e ha ristretto, talvolta drammaticamente, le risorse necessarie per le politiche sociali di sostegno». Per poi continuare sottolineando come la globalizzazione dei mercati abbia portato i governi nazionali a scegliere «draconiane misure di austerità imposte, nel caso dell’Europa, da organismi tecnico-burocratici non elettivi e pilotate dagli esclusivi voleri dei creditori, di cui si fanno inflessibili interpreti le banche, le società di rating, i fondi sovrani». Una soluzione del conflitto in cui il giudice si trova in mezzo, e, come è stato ricordato ieri, la decisione viene presa sulla base del diritto e non in base alla compatibilità economiche. E quindi ecco come sono finte le cause trattate lo scorso anno. Le sentenza della commissione di primo grado sono state 281, di cui favorevoli all’ufficio 73, favorevoli al contribuente 63, con esisti intermedi 38, e le altre si dividono fra cessata materia del contendere, estinzione, conciliazione e altro. In secondo grado (dove viene lamentata la carenza di quattro giudici rispetto all’organico previsto) le sentenze sono state 110. 56 favorevoli all’ufficio, 36 al contribuente e 10 con esito intermedio.

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Ad avere un’alta percentuale di successo - come è stato spiegato dal suo direttore, Vincenzo Giunta, è l’Agenzia delle Entrate. «Che, guardando le cause definite - ha spiegato - ha una percentuale di successo del 93% (per valore) e dell’82% (numerico)». Un risultato ottenuto in virtù di un lavoro preliminare attento e certosino tanto che - altro dato fornito da Giunta - «nei 18 mesi che comprendono il 2014 e il primo semestre del 2015 a fronte di 2900 accertamenti ci sono stati 300 ricorsi, ossia poco più del 10 per cento, Dato anche questo figlio di un conflittualità contenuta». Agenzia delle Entrare che lo scorso anno a recuperato da sola ben 67 milioni di euro.

Il bilancio finale dell’anno appena trascorso? «Nel complesso positivo - commenta Pascucci - e vi sono i presupposti per guardare all’anno tributario che stiamo andando a celebrare con l’ottimismo della volontà non privo però del necessario realismo critico.

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